Coronavirus

Il flop delle multe: zero in 15 giorni. E l'Erario non ha le liste dei No Vax

Dal 1° febbraio è in vigore la norma che punisce gli over 50 non vaccinati. Sono 1,5 milioni: nessuno è stato sanzionato. L'Agenzia delle entrate non ha ricevuto i nomi dal ministero. Oggi stop agli stipendi

Il flop delle multe: zero in 15 giorni. E l'Erario non ha le liste dei No Vax

Il virologo Roberto Burioni aveva definito la multa di 100 euro destinata agli ultracinquantenni non vaccinati, una «buffonata». E il termine sembra azzeccato visto i ritardi che ne accompagnano la riscossione. Ad oggi, infatti, gli elenchi dei cittadini sanzionabili, almeno un milione e mezzo, non esistono. All'Ader, Agenzia dell'entrate per la riscossione, non hanno ricevuto il nome di un solo destinatario. E senza l'elenco dei non vaccinati, gli operatori non potranno far partire né le lettere di segnalazione, né le ingiunzioni di pagamento.

La sbeffeggiata multa procede a passi lentissimi, svilendo ancora di più il suo potere deterrente. Di questo passo i destinatari si vedranno recapitare la multa magari alla fine della pandemia. E magari quando si sono già vaccinati, anche se in ritardo. E la multa sarà vissuta come un sopruso, una profonda ingiustizia e fioriranno i ricorsi ai giudici di pace di tutta la penisola per chiederne l'annullamento. La multa è dunque partita male (politicamente) e procede malissimo. Ma ripercorriamo la sua storia. Il decreto 7 gennaio 2022 ha stabilito che la multa una tantum tocca «ai soggetti che al 1° febbraio 2022» non abbiano iniziato il ciclo vaccinale primario. Non solo, sarà destinata anche a chi non ha effettuato la seconda dose e a chi non abbia effettuato il booster entro i termini di validità delle certificazioni verdi. Quindi dopo i no vax saranno sanzionati, in tempi diversi, tutti quelli che si sono rifiutati di fare la seconda o la terza dose.

Ma chi deve reperire i nominativi? I dati anagrafici e l'indirizzo di residenza del cittadino da sanzionare devono essere predisposti dal ministero della Salute, che a sua volta avrà i nominativi dalla Sogei, società informatica partner del Mef la quale, attraverso le tessere sanitarie, è in grado di determinare i cittadini senza vaccino ed incrociare questi dati con i codici fiscali.

Ader, la riscossione, svolgerà a tutti gli effetti solo un ruolo di postino. E procederà prima con una segnalazione al cittadino che avrà dieci giorni di tempo per contestare la sua posizione all'Asl territoriale o perché si è vaccinato e i dati non sono stati inseriti, oppure perché gode di un'esenzione. Successivamente l'Asl ha dieci giorni per trasmettere al ministero della Salute, e quindi a Sogei, i certificati di esenzioni e, qualora non vi siano motivi ostativi alla vaccinazione, la sanzione viene emessa entro 180 giorni dall'Ader. Insomma, le multe le vedremo arrivare dopo l'estate. Diverso è il caso dei lavoratori che da oggi si presenteranno sul posto di lavoro senza il green pass rafforzato che, salvo modifiche, sarà in vigore fino al prossimo 15 giugno. Loro sono considerati assenti ingiustificati a cui non è dovuta alcuna retribuzione. E la sanzione per chi è colto a lavoro senza green pass varia da 600 a 1500 euro. Non solo, In caso di violazione reiterata, le cifre raddoppiano.

C'è da sperare che messi alle strette molti ultra cinquantenni diventino pro vaccino. Magari aspettando Novavax che desta meno diffidenza dei vaccini a mRna come Pfizer o Moderna, perché sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti, in uso da tempo per l'immunizzazione contro malattie come pertosse, epatite, meningite, herpes zoster.

Nicola Magrini, direttore generale di Aifa, ha annunciato in tv il suo arrivo in Italia il 24 febbraio. Ma intanto un «Ni vax» perde almeno un mese di stipendio prima di poter fare il vaccino tradizionale e ottenere il sospirato green pass. Chissà in quanti se lo potranno permettere.

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