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Gaffe di Elli: "Mi attaccano per il naso ebreo". E persino la comunità ebraica la bacchetta

La dem: "Adunco perché etrusco". Dureghello: "Così confermi lo stereotipo"

Gaffe di Elli: "Mi attaccano per il naso ebreo". E persino la comunità ebraica la bacchetta

Naso adunco, dunque ebreo. Parola di antirazzista di sinistra che risponde al nome di Elli Schlein, candidata alla segreteria del Pd, iper progressista e politicamente correttissima che viene bacchettata dalla Comunità Ebraica. Ecco la cronaca dell'ennesimo cortocircuito. Succede che Schlein dà un'intervista a Tpi per denunciare di essere vittima di odiatori antisemiti che sui social la prendono di mira per il suo «naso ebreo Schlein» che avrebbe «ereditato» dal padre. «Io non sono ebrea, perché la trasmissione avviene per linea matrilineare», smentisce la deputata. Poi precisa che il suo «è un naso tipicamente etrusco». Nonostante le buone intenzioni, l'effetto è cacofonico, stonato. Parlando di nasi ebrei e nasi etruschi, Schlein conferma i pregiudizi che afferma di voler combattere.

Se ne accorge Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma. «Se per rispondere a un deprecabile attacco antisemita sul tuo naso confermi lo stereotipo su cui si fonda, non sei di grande aiuto contro l'antisemitismo», twitta Dureghello. Che rincara la dose contro la goffa dichiarazione dell'aspirante segretaria del Pd. «Non esistono nasi etruschi, ebraici o fenici, esistono caratteristiche che ci rendono unici e di cui non bisogna vergognarsi», insiste Dureghello, all'attacco della malcapitata Schlein. L'esponente della Comunità Ebraica coglie nel segno, individua una contraddizione. E infatti Schlein viene bersagliata sui social per la sua gaffe. L'utente Giuseppe La Malfa commenta così su Twitter un post della parlamentare: «Ma cosa ti è venuto in mente con questa polemica sul naso, pensavi di dire altro e invece hai confermato queste dicerie sugli ebrei, mi dispiace molto ma hai sbagliato». Schlein pubblica la foto del pubblico che ha partecipato al suo evento di ieri a Viareggio, ma Vittorio Pavoncello sentenzia: «Come avevano il naso? Ariano?» Raul Pacino ironizza: «Sono tutti etruschi».

Se Schlein voleva raggiungere lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla piaga dell'antisemitismo, di certo non ha centrato l'obiettivo. L'intervista a Tpi ha avuto un effetto boomerang. Dall'entourage della Schlein fanno fatica a nascondere l'imbarazzo e si limitano a dire che le frasi incriminate «sono state interpretate male». Difficile impostare un'autocritica, soprattutto per chi ha fatto una bandiera politica della lotta a tutte le discriminazioni. E però associare la forma di un naso a una discendenza, a una provenienza, è un tic pericoloso. Non un lapsus freudiano, ma una leggerezza che fa arrossire. Chi non arrossisce è il deputato dem Peppe Provenzano, che ha subito offerto solidarietà a Schlein per gli insulti antisemiti.

Peccato, però, che il vicesegretario uscente sia stato il maggiore sponsor politico di Raffaele La Regina, candidato del Pd alla Camera in Basilicata alle ultime politiche, che ha dovuto ritirarsi dopo un'inchiesta del Giornale sui suoi tweet in cui negava l'esistenza dello Stato di Israele.

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