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Adesso i 5S difendono pure il gettone di presenza in Rai

La commissione di Vigilanza aveva predisposto un regolamento per garantire la presenza gratuita degli ospiti in studio. Ma il M5S dice no. Anzaldi (Iv): "Servizio pubblico non deve pagare"

Ora i 5S difendono pure il gettone di presenza in Rai

Dall’apertura del Parlamento come una scatoletta di tonno alla tutela del gettone di presenza nei programmi della Rai. Sono lontani i tempi in cui il Movimento 5 Stelle si batteva strenuamente contro gli sprechi. Dopo aver rivisto le proprie posizioni su quasi tutto, arriva una nuova giravolta: la retribuzione degli ospiti, all’interno delle trasmissioni del servizio pubblico, non deve essere toccato. Tutto inizia con le polemiche sul caso-Orsini, contrattualizzato da Cartabianca per parlare nel talk show di Bianca Berlinguer. Come è noto, l’accordo è stato poi stracciato, in seguito alle furiose polemiche scatenate. Ma il dilemma è rimasto sul tavolo: pagare o non pagare.

Vigilanza per la gratuità

La commissione di Vigilanza aveva deciso di intervenire, attraverso una risoluzione predisposta dal presidente Alberto Barachini, proponendo di privilegiare gli inviti a titolo gratuito per chi presenzia ai vari programmi di viale Mazzini. “Una grande azienda come la Rai non ha mai pagato gli ospiti. Enzo Biagi non ha dato mai il gettone di presenza a chi partecipava ai suoi programmi”, dice a Il Giornale Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e componente della commissione di Vigilanza Rai. “Le persone - aggiunge il parlamentare - vanno anche gratis in Rai, come dimostra Orsini: ha ricevuto in cambio una grande visibilità per cui ha preferito rinunciare anche al gettone. Faccio un esempio: chi presenta un libro in un programma della Rai incrementa subito le vendite”. Insomma, non è solo una questione di pagamento immediato dell’ospitata. “Al di là del narcisismo - insiste Anzaldi - c’è un ritorno di immagine, che si trasforma in un vantaggio economico. Ancora una volta faccio notare quello che è accaduto a Orsini”.

Il Movimento per il gettone

In giornata era dunque previsto il voto su una risoluzione per arrivare a un nuovo regolamento. E cosa prevede, in sintesi? L'obiettivo è quello di prediligere le partecipazioni a titolo gratuito. Ma la seduta è stata rinviata alla prossima settimana. E intanto sono spuntate le divergenze: i 5 Stelle sono intenzionati a difendere a spada tratta la possibilità di pagare gli ospiti. Il senatore del M5S, Alberto Airola, sostiene che la decisione di avere ospiti non retribuiti potrebbe “avvantaggiare la concorrenza”, denunciando addirittura il rischio di operare “un censura e una intromissione editoriale della politica che vuole controllare anche gli ospiti dei programmi”. “Sicuramente - sottolinea Airola sul proprio profilo Facebook - alcune facce le vediamo troppo spesso e si potrebbe anche proporre persone competenti e meno presenzialiste”. Insomma, i grillini si ergono a difensori della concorrenza.

Ma Italia Viva non ci sta. “Non si tratta solo di una questione di risparmio per il servizio pubblico. In questo caso si parla proprio di una cosa giusta”, incalza Anzaldi. Che aggiunge: “Mi turba che si faccia addirittura riferimento di concorrenza. La Rai ha come introito il canone e le inserzioni pubblicitarie. Altre televisioni, come è noto, possono contare solo sulla pubblicità. Ricordo che i canali privati hanno dovuto inventare un format, come quello dell’informazione. E sono liberi di dare un gettone di presenza a chi preferiscono. Ma un’azienda gigantesca come la Rai non deve pagare nessuno”.

“Se poi - conclude il deputato di Iv - le redazioni non cercano ospiti, ma teatranti che devono recitare un ruolo, si tratta di un modo di fare informazione già ampiamente criticato”.

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