Politica estera

Il giallo del pallone-spia "È uno strumento meteo". E Blinken non va da Xi

Pechino prova a difendersi, ma l'aeromobile "civile" sorvolava la base che custodisce i missili balistici.

Il giallo del pallone-spia "È uno strumento meteo". E Blinken non va da Xi

Washington. La Cina non aveva fatto in tempo a denunciare la «mentalità da Guerra Fredda» degli Stati Uniti, che a loro volta avevano appena siglato un nuovo accordo militare con le Filippine in chiave anti Pechino, che si è fatta pizzicare nella più classica delle attività da «Cold War»: lo spionaggio. Stavolta, non tramite finti funzionari d'ambasciata o attività di hackeraggio, ma con uno strumento che sembra appartenere a un'altra era tecnologica. Nella tarda serata americana di giovedì, è stato il Pentagono a rendere pubblico che quello che alcuni testimoni a terra avevano scambiato per «un Ufo», altro non era che un aerostato che stava volteggiando sui cieli del Montana, lo Stato che ospita la Base aerea di Malmstrom, una delle tre installazioni militari degli Stati Uniti dove si trovano i silos dei Minuteman III, i missili balistici intercontinentali, fiore all'occhiello dell'arsenale nucleare americano. Sempre fonti del Pentagono riferivano che era stata presa in considerazione l'ipotesi di abbattere la mongolfiera spia, ma che si era preferito non rischiare che eventuali detriti causassero danni alle persone o alle strutture a terra.

È probabilmente dalla «crisi degli U-2», che due superpotenze nucleari rivali (allora era l'Unione Sovietica) non si trovavano in una situazione simile. Allora, era il 1960, furono gli Stati Uniti, con gli aerei spia della Cia, a farsi «beccare» mentre spiavano nei cieli della Russia. La vicenda del pallone spia cinese ha tenuto banco per tutta la giornata di venerdì, tra un rincorrersi di ipotesi e polemiche. Lo speaker repubblicano della Camera, Kevin McCarthy, chiedeva al presidente Joe Biden di «non rimanere in silenzio» di fronte allo «sfrontato disprezzo della Cina per la sovranità statunitense». Dal fronte repubblicano, oltre ai paragoni con Trump - «lui lo avrebbe fatto abbattere», tuonava la pasionaria Marjorie Taylor Greene - si chiedeva anche l'annullamento della visita del segretario di Stato Antony Blinken a Pechino, prevista per domenica. Un segnale di disgelo tra le due superpotenze rivali, deciso da Biden e Xi Jinping nel loro incontro di novembre a Bali, in occasione del G20.

A Pechino, nel frattempo, si passava dall'aggressività di pochi giorni prima all'imbarazzo. «La Cina è un Paese responsabile, stiamo verificando, non giungiamo a conclusioni affrettate», era la prima reazione. Poi, l'ammissione, ovviamente edulcorata: quello avvistato nei cieli degli Stati Uniti è un «aeromobile civile» utilizzato a fini «di ricerca in campo meteorologico» e «finito fuori dalla sua rotta», spiegavano le autorità cinesi, esprimendo «rammarico» per l'incidente. Abbastanza per spingere il dipartimento di Stato di Washington ad annullare la missione di Blinken a Pechino. In questo momento, spiegava un funzionario di Foggy Bottom in un briefing, «non sarebbe costruttiva», la violazione dello spazio aereo statunitense è «inaccettabile». La visita è quindi rinviata «alla prima occasione utile».

Alla versione cinese dell'«aeromobile civile», evidentemente, non crede nessuno, soprattutto alla luce del riarmo nucleare di Pechino. L'espansione dell'arsenale strategico e atomico cinese è «mozzafiato», segnalava già lo scorso aprile il capo del Comando strategico degli Stati Uniti, l'ammiraglio Charles Richard, in una nota inviata al Congresso. È probabile che gli strateghi di Pechino cercassero quindi di carpire informazioni utili sull'arsenale Usa. Del resto, in serata, era proprio il portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, a confermare che l'«aeromobile civile» ha in realtà capacità di «sorveglianza». Ryder non ha voluto fornire informazioni dettagliate, limitandosi a riferire che il Comando aereo continuava a «monitorare» gli spostamenti «verso Est» del pallone cinese, che volteggiava a un'altitudine di 18mila metri, e che comunque non costituiva «una minaccia militare o fisica» per le persone a terra. L'ultima nota del Pentagono è durissima.

«È inaccettabile, una violazione intenzionale della nostra sovranità».

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