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Il governo corre subito ai ripari. E convoca i sindacati domenica

Cdm flash guidato da Tajani per chiudere l'incidente d'aula. Nodo lavoro, Sbarra (Cisl): "Segno di attenzione"

Il governo corre subito ai ripari. E convoca i sindacati domenica

Soldi sul lavoro, la scommessa di Giorgia resta questa. Certo, le casse dello Stato sono quello che sono, il Pnrr è impantanato, le agenzie di rating minacciano di declassarci e nel tardo pomeriggio a Montecitorio, per una trentina di assenze nella maggioranza, viene persino bocciato lo scostamento di bilancio, un incidente mai successo prima e che ora costringe a una corsa contro il tempo per riformulare il Def. «È stato un brutto scivolone - commenta da Londra la Meloni - non un segnale politico. Sistemeremo tutto presto». Eppure Giancarlo Giorgetti è convinto che qualcosa riuscirà comunque a tirare fuori. «Il governo - annuncia alla Camera - destinerà con un prossimo provvedimento d'urgenza i margini disponibili per finanziare un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei dipendenti con redditi medio-bassi e un innalzamento del limite del fringe benefit per i lavoratori con figli». Sul tavolo ci sono, o ci sarebbero, i 3,4 miliardi di avanzo rispetto alle previsioni, un tesoretto che il Consiglio dei ministri varerà il primo maggio. E proprio per parlare del decreto e del cuneo fiscale la Meloni ha convocato i sindacati per domenica alle 19. Niente ponte.

Tentativi di dialogo, in attesa che Palazzo Chigi metta una pezza alla bocciatura: senza lo scostamento non ci sono nemmeno i soldi per i tagli. Tutto da capo. Giorgia, impegnata nei colloqui con Rishi Sunak, viene descritta come furibonda. Il suo mandato è: fare di tutto per salvare il pacchetto lavoro. Nel frattempo Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, gradisce l'iniziativa. «La convocazione è una cosa positiva, è un segnale di attenzione da parte dell'esecutivo». E del resto, dopo i primi abboccamenti positivi, tra governo e forze sociali era calato il gelo.

Ora bisognerà capire se la premier riuscirà a rimettere in fretta il dentifricio nel tubetto e a rilanciare la sua «operazione primo maggio». Giorgetti è furioso. «Non c'è nessun problema politico, è solo un incidente di percorso. Però ragazzi, qui si tratta del Def, i deputati non sanno, non si rendono conto». Servivano 201 voti, la maggioranza assoluta dell'assemblea, invece la risoluzione del centrodestra si è fermata a 195. «Nessun messaggio - commenta Maurizio Lupi - questa situazione è il frutto dell'inesperienza». Troppi parlamentari in missione, poca conoscenza dei regolamenti. Risultato, una figuraccia.

Così in serata il Consiglio dei ministri è costretto a riunirsi d'urgenza sotto la presidenza del vicepremier Antonio Tajani per cambiare la risoluzione che non è passata in Parlamento. Un Cdm flash, cinque minuti appena, dalle 18,47 alle 18,52, giusto il tempo di riscrivere il testo per rimandarlo oggi a Camera e Senato. Un veloce giro in commissione, poi in Aula. Obbiettivo, ottenere il via libera entro oggi con voto alla Camera fissato per le 11.30. Nessuna variazione sulle cifre. «Sono confermati - spiegano al Mef - i saldi di finanza pubblica già riportati nel documento economico 2023». La nuova relazione «sottolinea le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie oggetto degli interventi programmati per il primo maggio».

Il decreto che, se si farà in tempo, domenica verrà illustrato in anteprima ai sindacati si basa infatti sulle risorse ricavate dall'extra deficit. Tre miliardi e quattrocento milioni di quei soldi sono destinati per quest'anno al taglio del cuneo fiscale, mentre nel 2024 altri 4,5 miliardi serviranno per abbassare le tasse. «La nostra strategia - dice Giorgetti - non si limita agli incentivi fiscali. Ma valuteremo tutti gli interventi possibili a sostegno delle famiglie tenendo a riferimento i redditi, consapevole dell'importanza di dare slancio alla natalità nel nostro Paese». Servizi per l'infanzia, congedi parentali, aiuti per chi è più in difficoltà.

Ed e su questo terreno che il governo cercherà una sponda.

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