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"Un Grillo 2", "Ma dopo il voto...". La mina che può far esplodere Conte

Tanti i timori per il voto alle amministrative. I grillini tentano di apportare delle correzioni allo statuto già approvato lo scorso 3 agosto

"Un Grillo 2", "Ma dopo il voto...". La mina che può far esplodere Conte

Il Movimento CinqueStelle corre ai ripari per tentare di arginare l'effetto delle profonde crepe che continuano a minarne l'integrità, tra chi si rifiuta di riconoscere Giuseppe Conte come nuovo leader e coloro che già si sono distaccati dal gruppo o stanno preparandosi a farlo. Il problema più impellente per l'ex premier sono adesso le prossime elezioni: tanta la preoccupazione per un possibile flop. Le responsabilità di un fallimento potrebbero ricadere proprio su di lui.

Lo scoglio amministrative

Impossibile lasciarsi alle spalle i dissapori emersi tra Grillo e Giuseppi, in particolar modo per la questione della leadership e quella delle regole interne al gruppo. Secondo voci interne al Movimento l'esito delle urne non dovrebbe minare il percorso di rinnovamento di cui l'ex premier si è fatto protagonista. Nessuno, tuttavia, si sente di escludere che l'ascia di guerra venga dissotterrata, o prima o dopo le consultazioni elettorali: tanti i nodi da sciogliere, a partire dalla composizione delle liste fino ad arrivare al problema atavico del "secondo mandato". Grillo sarebbe pronto ad indossare i panni del Garante, il che potrebbe agitare le acque in casa pentastellata. Nonostante si respinga tale ipotesi, comunque, qualcuno sarebbe già pronto a scaricare sulle spalle di Giuseppi un eventuale flop alle urne.

Non è solo il Movimento a sperare che ciò non accada, ma pure il Pd, che in Conte ha di certo il miglior referente, e non solo a livello locale. "Il nuovo leader M5s sembra Grillo ai tempi d'oro, sta portando un grande entusiasmo", affermano con fervore i suoi più accaniti sostenitori."Sta facendo una campagna ad personam", affonda invece l'ala che si oppone al sedicente avvocato del popolo. Per il momento Beppe Grillo sta ai margini della campagna elettorale, senza intervenire direttamente in supporto dei candidati pentastellati, neppure del suo pupillo Virginia Raggi.

I dissapori interni

A Napoli un nutrito gruppo di ex grillini delusi dalle giravolte dei vertici rispetto a quelle che un tempo erano considerate le linee guida politiche (opposizione alla Tav, uscita dall'Euro e lotta contro il "partito di Bibbiano", solo per citarne alcune), ha già provveduto a proporre un proprio candidato sindaco contro quello scelto da Pd e M5S."Quando vai a votare un governo Draghi che è contro tutta la politica che tu hai sostenuto per 15 anni mi stai insultando, come elettore e come portavoce", aveva dichiarato senza giri di parole il candidato sindaco di "Napoli in Movimento-No alleanze", Matteo Brambilla.

"Non posso quindi aderire a un progetto che prevede una liberalizzazione spinta, un europeismo spinto. Quando sento Di Maio dire 'noi siamo i neo liberisti, noi siamo i neo europeisti’, io rabbrividisco", aveva aggiunto, mandando un forte segnale ai vertici del partito.] Gli stessi delusi, tra l'altro, avevano fatto partire un'offensiva legale con lo scopo di contrastare il nuovo statuto pentastellato e soprattutto l'elezione di Giuseppe Conte al ruolo di nuovo leader, titenuta illegittima.

Se a ciò si aggiunge il temuto incontro avvenuto qualche giorno fa tra l'ex Alessandro Di Battista ed il figlio del co-fondatore del Movimento Davide Casaleggio, presidente dell'Associazione Rousseau silurata dai grillini, si capisce il perché del timore di perdere altri pezzi. La sola idea della possibilità che nasca una nuova creatura politica da tale sodalizio toglie il sonno ai principali protagonisti della compagine pentastellata.

La stretta sullo Statuto

Lo statuto approvato dall'Assemblea degli iscritti appena lo scorso 3 agosto presenterebbe"alcuni profili di incompatibilità con il vigente statuto del gruppo parlamentare della Camera dei deputati". Ecco quindi il motivo per cui "risultano necessarie alcune limitate modificazioni". Il nuovo documento, che sarà votato oggi, può essere interpretato come un ulteriore passo in avanti di Conte nella vita parlamentare del M5S: niente più riferimenti al Blog delle stelle, ruolo del presidente e del garante, espulsione immediata per chi viene escluso dal gruppo e riconoscimento del codice etico

"Nello Statuto del gruppo risulta richiamato il sito 'ilblogdellestelle' al fine della pubblicazione del codice etico", si legge nel documento riportato da Agi. "Appare, pertanto, opportuno eliminare il sito di riferimento e contestualmente disporre che il codice etico costituisca parte integrante dello statuto del gruppo". Oltre a ciò, andrà in pensione la figura del cosiddetto "capo politico", da sostituire "ove ricorra con quella del presidente del Movimento 5 Stelle".

Per quanto riguarda le sanzioni è prevista l'espulsione automatica per coloro che vengono esclusi dal partito: "è disposto l'inserimento del Garante del Movimento nell'ambito del procedimento sanzionatorio, in analogia a quanto disposto dal nuovo Statuto del Movimento. Il Codice etico costituisce parte integrante del presente Statuto". Quindi saranno fatti fuori tutti i membri esclusi, anche se "in casi eccezionali nonchè su indicazione del Presidente e/o del Garante del M5S, nel caso in cui l'espulsione dal Gruppo debba essere ratificata da una votazione dell'Assemblea degli iscritti del Movimento 5 Stelle, la stessa dovrà essere preceduta da una votazione, da tenersi almeno 24 ore prima, dell'assemblea del Gruppo con una votazione a maggioranza dei votanti".

L'ultima modifica prevede che sia il presidente a nominare il capo dell'ufficio di comunicazione, di quello legislativo ed il capo del personale.

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