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Guai grossi per De Luca e Leoluca Orlando. Ma le inchieste arrivano subito dopo il voto

Un'indagine campana coinvolge un consigliere regionale e il sindaco di Salerno, a Palermo l'accusa di falso in bilancio. E Letta tace.

Guai grossi per De Luca e Leoluca Orlando. Ma le inchieste arrivano subito dopo il voto

Enrico Letta ignora i guai giudiziari che travolgono gli uomini forti del Pd nel Sud. All'indomani del voto, le procure di Salerno e Palermo mettono alle corde il governatore della Campania Vincenzo De Luca e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Le due inchieste, stranamente venute alla ribalta solo dopo le elezioni comunali, colpiscono, da un lato, il sistema di potere dello sceriffo salernitano, dall'altro il cerchio magico del sette volte sindaco di Palermo.
Letta fa il marziano e ignora le indagini che mettono sotto i riflettori due portatori di voti nel Mezzogiorno. Il segretario del Pd (con la complicità dei giornaloni filo dem) si limita a festeggiare le vittorie di Roma, Torino e Bologna. Ma chiude gli occhi sulle insidie giudiziarie che inchiodano la classe politica del Pd al Sud. Letta passa le giornate a combattere il fascismo e sognare il ritorno dell'Ulivo. I guai maggiori arrivano dalla Campania. Anche perché Piero De Luca, figlio del presidente della giunta campana e parlamentare, è annoverato tra i giovani in rampa di lancio nel Pd. La Procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli, ha scoperchiato il pentolone su un sistema marcio di appalti, favori e voti. Il presidente della Regione De Luca non è indagato. Ma dentro l'inchiesta sono finti il consigliere regionale Nino Savastano, ex assessore al Comune di Salerno alle Politiche Sociali, e il rieletto sindaco di Salerno Enzo Napoli che risulta indagato. Il consigliere regionale deluchiano è finito ai domiciliari con l'accusa di corruzione, di uno scambio di favori con il dominus delle cooperative sociali Fiorenzo Zoccola, per tutti «Vittorio», finito in carcere perché su di lui pesa un carico indiziario più grave e un'accusa di associazione a delinquere che vedrebbe le coop associate in un cartello per papparsi gli appalti violando le regole della concorrenza e del mercato. Savastano sarebbe stato premiato da Zoccola con la campagna elettorale e i voti delle coop, in cambio ne avrebbe tutelato gli interessi e gli affidamenti degli appalti. Accuse pesanti. Ma Letta non parla. Non commenta. Non vede la trave nel proprio occhio. Il silenzio del segretario dei democratici non passa inosservato.
«Letta continua a tacere sul terremoto giudiziario che investe il Comune. Un suo consigliere regionale arrestato, un suo sindaco indagato, intercettazioni che investono pesantemente dal governatore De Luca in giù e il segretario Letta fa scena muta? Sul sistema Salerno e le agghiaccianti pratiche di controllo sociale del voto non si può far finta di nulla», attacca Antonio Iannone, senatore salernitano eletto in Fdi. E Letta resta in silenzio anche sul caso Orlando: il sindaco di Palermo, recente acquisto del Pd, da ieri risulta indagato con 23 persone, ex assessori e dirigenti comunali, per falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico. L'accusa accende i riflettori sulle irregolarità nei bilanci dal 2016 al 2109. Anche qui l'inchiesta è scattata a orologeria. Dopo la chiusura dei seggi. Il leader della Lega Matteo Salvini si sfoga: «Prima del voto va a manifestare con la Cgil, appena dopo il voto viene indagato. Che stranezze a sinistra. Oggi sarò a Palermo per incontrare cittadini e dirigenti della Lega. Orlando? A casa». Parole che cadono nel vuoto. Al Nazareno si sceglie la strada del silenzio. Nessun commento.

Tutto tace.

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