Guerra in Ucraina

La guerra sbarca al G20. Gli Usa boicottano Putin. E Biden al Congresso: "Presto sui fondi a Kiev"

L'Indonesia chiama lo Zar, stop di Washington. Il Pentagono: "Armi in 24 ore, addestriamo gli ucraini". Lavrov: "I rifornimenti un obiettivo. L'Occidente non si aspetti che Mosca capitoli"

La guerra sbarca al G20. Gli Usa boicottano Putin. E Biden al Congresso: "Presto sui fondi a Kiev"

Escludere Mosca dal tavolo del G20, l'unico summit internazionale dei Grandi della terra in cui Mosca ha fatto valere fin qui, e può ancora farlo, i propri interessi di politica estera in primis, economica e monetaria poi, anche perché ne è membro dalla sua fondazione, nel 1999. Washington non intende allentare il pressing su Mosca perché metta fine alla guerra in Ucraina e alza l'asticella dello scontro ideologico, diplomatico e finanziario con Vladimir Putin per tenerlo fuori dal solo vertice globale delle grandi potenze in cui Mosca è ormai presente, dopo essere stata esclusa dal G8 nel 2014, a causa dell'annessione della Crimea, facendolo tornare al suo format originario di G7.

«Putin non dovrebbe essere invitato al G20» previsto a Bali, in Indonesia, a novembre, dice il portavoce del dipartimento della Difesa americano, John Kirby, ribadendo l'appello all'esclusione già lanciato da Joe Biden a fine marzo, un mese dall'invasione russa. «Il presidente è stato chiaro: il vertice del G20 quest'anno non può essere business as usual», come se i missili non cadessero sui civili in Ucraina. «Putin ha isolato la Russia, deve pagare per le conseguenze di quello che ha fatto e sta facendo» all'Ucraina.

Eppure gli inviti sono già partiti da Giacarta. E il presidente indonesiano Joko Widodo ha annunciato non solo di aver offerto la partecipazione a Putin ma anche al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, scatenando la reazione americana. Il leader russo avrebbe già espresso «gratitudine» per l'invito e annunciato la sua volontà di partecipare, secondo la Tass, l'agenzia di stampa detenuta dal governo di Mosca. Ma a correggere in parte il tiro, dopo le dichiarazioni dall'America, è intervenuto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sostenendo che non è ancora stato stabilito se Putin parteciperà di persona o virtualmente al summit. Quanto a un eventuale, atteso e cruciale incontro Putin-Zelensky, che il secondo chiede da tempo e il primo declina da altrettanto, Peskov ha spiegato che è «prematuro» parlarne. «Putin ha augurato il successo alla presidenza indonesiana del G20 e ha assicurato che la Russia farà tutto il necessario e tutto il possibile per contribuirvi».

Ma il summit di novembre diventa il nuovo terreno di scontro e ultimo grimaldello americano contro Mosca, che Washington vuole isolare in ogni modo, sottraendole il vertice che nacque dopo il crollo dell'Urss anche per fronteggiare la grave recessione che vivevano la Russia e altre economie, ma subito diventato un palcoscenico utilizzato da Mosca per rimodellare la propria immagine, rilanciare le relazioni diplomatiche, affermare il suo ruolo internazionale e il suo peso in politica estera. Un palcoscenico in cui nel 2013 andò in scena lo scontro sulla guerra in Siria. Da una parte c'era Barack Obama, a caccia di sostegno per un intervento militare approvato dall'Onu, dall'altra Putin a difendere il regime di Assad. La guerra continuò. E il conflitto in Ucraina sembra destinato a durare, con il capo della diplomazia di Mosca, Sergei Lavrov che sulle sanzioni avverte: «L'Occidente non si aspetti che la Russia capitoli». Ecco perché la Casa Bianca sta valutando tutte le opzioni per il G20: la partecipazione di Biden, anche con Putin presente, l'invio di una delegazione minore e anche una partecipazione da remoto.

La Casa Bianca preme intanto su deputati e senatori perché approvino «prima possibile» la richiesta di 33 miliardi di fondi per l'Ucraina (20 in aiuti militari) lanciata giovedì dal presidente, che ha promesso di continuare a mandare armi a Kiev finché la guerra andrà avanti. Il Congresso, dopo il voto della Camera, ha già dato via libera alla misura per accelerare la fornitura di materiale bellico: il Lend-Lease Act del 1941, legge della Seconda guerra mondiale che consentì a Washington, su proposta del presidente, di armare l'esercito britannico contro la Germania nazista. Biden segue le orme di Roosevelt contro Hitler. E il Pentagono ammette: «Abbiamo iniziato ad addestrare le forze armate ucraine sui sistemi chiave nelle basi militari Usa in Germania, dopo averlo già fatto altrove».

La prossima fornitura (droni-fantasma, radar e mine) arriverà su una dozzina di aerei: in 24 ore.

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