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I cani, il Martini, il summit: non date scacco alla Regina

I cani, il Martini, il summit: non date scacco alla Regina

Niente Martini cocktail al tramonto, niente passeggiate con gli adorati cani Corgi (quei deliziosi batuffoli di pelo, con le zampe corte come le gambe di Maradona e le orecchie a compasso aperto), niente summit sulla salute del Pianeta. Sembra che l'unica cosa che i solerti responsabili della Corona non abbiano impedito alla Regina Elisabetta II, a causa dei suoi problemi di salute, sia la guida delle patriottiche Range Rover. Come testimonia uno scatto recente: lei al volante con Barbour, occhiali, foulard di seta e la proverbiale pioggia inglese a opacizzare i finestrini. Concessione curiosa, peraltro, se si pensa ad una donna di novantacinque anni. Ma comunque... Se è vero, com'è vero, che una persona si conosce anche dalle proprie rinunce, la sovrana non può che solleticare le nostre più sfrenate simpatie. Una vita per il Regno d'Inghilterra, con tutto ciò che impeccabilmente e faticosamente ne comporta, una schiera di movimentati eredi da domare e ricoprire a forza di decoro (l'affaire Carlo-Diana-Camilla, la morte di Diana e le circostanze della morte, il dolore di William ed Harry, le nuove nozze di Carlo e Camilla, gli scandali di Andrea e Sarah Ferguson, poi solo quelli di Sarah, poi solo quelli di Andrea, la ribellione di Harry, Kate, la nuora non blasonata ma perfetta poi addirittura l'avvento di Meghan Markle...), i doveri di corte fin da ragazzina e la vedovanza, sei mesi fa, dopo la morte dell'adorato Filippo di Edimburgo. Eppure, a pochi passi da un secolo di storia anagrafica e personale, viene fuori che le rinunce, «i vizi» da abbandonare, la realtà con cui scendere a patti, sono le passeggiate con i cani e l'aperitivo serale. Come un'anziana signora qualsiasi. Dentro una vita «qualsiasi». Tanto (poco) ci vuole a rendere impotente «l'onnipotente». E fa effetto che a sminare la sovrana, a dare scacco alla Regina, siano piccole abitudini tanto innocue e deliziosamente «umane». Più che altro fa sorridere pensare che le concessioni a se stessa siano tanto piccole e semplici. Per questo fa ancora più tenerezza che ne sia privata. Dopo una vita al servizio di un Paese e della Corte. E anche se, di certo, tutto viene fatto per allungare la sua regale vita, viene ancora più da chiedersi se non sia il caso di lasciargliela riempire con ciò che desidera. Specie se desidera riempirla con così poco e specie se si pensa di cosa si sia privata, per novantacinque anni, in nome della Corona.

Lasciatele il Martini e soprattutto, lasciatele i cani.

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