Società

Tra ideologia passatista e futuristi hi-tech. Gli irriducibili della resistenza alla tv

Scelta ideologica o nuovi dispositivi: in Italia 700mila famiglie senza televisione

Tra ideologia passatista e futuristi hi-tech. Gli irriducibili della resistenza alla tv

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Bisogna probabilmente immaginare che qualche apparecchio non sia «tracciato» per non dire abusivo; bisogna forse considerare che qualcuno non se lo può proprio permettere e che qualcun altro abbia scelto di non riacquistarlo dopo averlo rotto o rottamato. Ma anche «epurato» dai casi specifici, resta un dato sorprendente: secondo l'ultimo rapporto Auditel-Censis presentato ieri in Senato, in Italia ci sono 700mila famiglie (composte da 1 milione e 400mila persone) che non hanno in casa nemmeno un televisore. Dentro a questa fotografia dovremmo tener conto: dei duri e puri che rifiutano la «scatoletta della perdizione» per partito preso, degli intellettuali snob perennemente insoddisfatti dalla volgare offerta, e forse dei nostalgici che ambirebbero a tornare a un Medioevo sostenibile rinunciando a una buona fetta del progresso che ci ha allontanati dal vero nucleo. Ma in queste settecentomila famiglie potremmo anche intercettare il nuovo mondo. Una nicchia di futuristi spinti che ha già optato per i nuovi mezzi di fruizione dell'intrattenimento rinunciando definitivamente alla desueta tv. Quelli che riescono a proiettare una serie Netflix anche sullo specchio del bagno, a usare la superficie liscia della cabina armadio come maxischermo, a farsi cuocere due uova fritte dall'Apple Watch, a trasformare il navigatore satellitare dell'auto in un piccolo cinema portatile. Ecco, è forse questa la categoria di persone che ha già iniziato a fare a meno della televisione come strumento. In più, dallo stesso rapporto, emerge che sono 8 milioni e 400mila le famiglie (19 milioni di persone) che al momento attuale non hanno in casa neppure un televisore compatibile con il passaggio definitivo al digitale terrestre di seconda generazione e che, se lo switch off dovesse avvenire oggi, sarebbero tagliate fuori dalla possibilità di accedere anche ai contenuti della tv lineare. Mentre per tutti gli altri, il 2023 è stato l'anno del sorpasso delle smart tv su quelle tradizionali: oggi nelle case degli italiani ci sono complessivamente 21 milioni di smart tv e 20 milioni e mezzo di tv tradizionali. Se alle smart tv si aggiungono le televisioni tradizionali con dispositivi esterni collegati (che sarebbero poi le connected tv che possono essere connesse al web) allora gli apparecchi salgono a 22 milioni e 800.000, e le famiglie che possono collegarsi sono il 64% del totale. Tanto per fare un confronto: nel 2017 erano il 34,9%.

Se è sempre stato detto che la televisione, nel senso dei suoi contenuti, era lo specchio di un Paese, oggi anche la televisione, intesa come mero apparecchio, serve a raccontare a che punto ci troviamo.

Il mezzo e il modo di fruire (o di non fruire) dei contenuti che lo riempiono, svelano molto della civiltà nella quale siamo immersi e perfino di quella che ci attende nel prossimo futuro.

Dai gruppi di ascolto nei salotti dei vicini di casa negli anni Cinquanta, al solipsismo dello schermo di uno Smart Watch.

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