Cronaca internazionale

Inferno a Idlib, terra di sfollati dopo 10 anni di guerra civile. E qui i soccorsi non arrivano

Zona in mano agli estremisti islamici. Milioni di profughi già allo stremo

Inferno a Idlib, terra di sfollati dopo 10 anni di guerra civile. E qui i soccorsi non arrivano

Un tragico destino ha voluto che il più devastante terremoto da molti secoli abbia colpito una regione già in ginocchio per una guerra terribile. Le province turche al confine con la Siria nordoccidentale, soprattutto Gaziantep, danno da oltre dieci anni ospitalità a 3-4 milioni di profughi siriani. Un'ospitalità in parte pagata con denari europei, che contengono così la dolente marea umana in fuga da un regime feroce che è arrivato a spianare intere metropoli come Aleppo. Già prima della catastrofe di ieri, questi sradicati ospiti di Erdogan erano mal sopportati in una Turchia che ha già i suoi problemi sociali accentuati da una crescente crisi. Scuole, ospedali, capacità di dare un tetto sotto stress estremo: i siriani erano un capro espiatorio perfetto, ora lo saranno ancora di più e non potranno che voler fuggire da un Paese devastato.

Ma al di là del confine, se possibile, la situazione è perfino peggiore. Anni di guerra civile, con il regime di Assad sostenuto da russi e iraniani nella sua lotta per la sopravvivenza contro milizie di svariate tendenze, hanno devastato la Siria e provocato migrazioni bibliche anche all'interno dei suoi confini. Milioni di persone hanno perso casa e lavoro e hanno cercato rifugio dalla vendetta del raìs. Si calcola che circa due milioni di profughi si siano accalcati nella provincia di Idlib, che Assad non controlla. E questa è certamente la più disgraziata delle regioni sconquassate dal terremoto di ieri.

In mano al gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham, Idlib e l'area circostante sopravvivono grazie ad aiuti umanitari fatti arrivare dalle Nazioni Unite e vengono regolarmente bombardate da russi e siriani. Diversi abitanti della città hanno inizialmente scambiato boati e scosse provocati dal terremoto con quelli delle bombe. Idlib assomma adesso alla disgrazia di dieci anni di guerra civile e a quella di un sisma terrificante la condanna a non poter ricevere soccorsi. Dal resto della Siria nemmeno a pensarci, mentre l'unico posto di confine transitabile con la Turchia, Bab al-Hawa, conduce adesso a una regione devastata. Niente ospedali, niente strutture, niente aiuti. Morte e distruzione, gelo implacabile, fanatici islamisti armati e gente già prima ammassata in affollati appartamenti o attendata all'aperto, immaginarsi adesso.

L'inverno di Idlib fa più che mai rima con inferno.

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