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"Con Instagram bimbi bullizzati in casa". E Zuckerberg perde 6 miliardi di dollari

L'ex manager Haugen al Congresso: "Facebook indebolisce la democrazia". Le 7 ore di blackout costano una fortuna al gruppo

"Con Instagram bimbi bullizzati in casa". E Zuckerberg perde 6 miliardi di dollari

Si era capito subito che il problema più che grave era gravissimo perché da remoto non si riusciva a sistemare niente, ogni tentativo falliva. Blocco totale. Di tutto. Facebook WhatsApp, Instagram. Panico e tensione. Nell'era digitale e in un mondo in cui tutto il lavoro sembra poter essere fatto in remoto, c'è voluta l'incursione fisica di tecnici che hanno resettato manualmente i server del data center per rimettere in moto l'universo di Zuckerberg scomparso per diverse ore dall'intero pianeta.

Ripercussioni sociali, economiche e anche politiche ovunque nel mondo, un blocco che secondo Bloomberg avrebbe generato una perdita a livello globale di 160 milioni di dollari per ogni ora di interruzione della connessione digitale. Il tutto con la squadra nei data center di Santa Clara che non riusciva a ristabilire il guasto, per alcune ore nemmeno il personale di Facebook è riuscito a entrare nei suoi uffici perché il «buco nero» che ha colpito il gruppo ha fatto svanire anche i meccanismi di sicurezza interna, compresi quelli di riconoscimento dei badge dei dipendenti. Ora WhatsApp funziona, come Facebook e Instagram. Problemi risolti e il down è alle spalle, ma la galassia di Mark Zuckerberg è andata in tilt per circa 7 ore. Il «down» più lungo mai registrato nella storia dei social. «Ci scusiamo per l'interruzione: so quanto fate affidamento sui nostri servizi per restare connessi con le persone a cui tenete», ha detto Zuckerberg in un messaggio.Ma cos'è successo? All'inizio in molti hanno pensato a un sabotaggio, una strana coincidenza, guarda caso proprio dopo le accuse di una ex dipendente, Frances Haugen, che ha denunciato in tv e ieri mattina davanti al Congresso, una serie di scelte riprovevoli della società. Secondo l'ex dipendente ci sarebbe il mancato interesse da parte dei dirigenti di correggere una serie di storture e ingiustizie provocate dalla piattaforma social. «I prodotti di Facebook danneggiano i bambini, alimentano la divisione e indeboliscono la nostra democrazia» ha spiegato Haugen, «vogliono farvi credere che dovete scegliere tra avere un Facebook pieno di contenuti estremi e divisivi e la perdita di uno dei più importanti valori su cui è stato fondato il nostro Paese: la libertà di espressione». Problemi della piattaforma «in realtà risolvibili», sebbene acuiti dalla «mancanza di trasparenza» dell'azienda che ha replicato: «Frances Haugen non ha lavorato alla sicurezza per i bambini o Instagram o fatto ricerca su queste questioni e non ha diretta conoscenza dell'argomento dal suo lavoro a Facebook». Intanto si è poi scoperto che il blocco dell'app di messaggistica e dei social è stato causato da modifiche alla configurazione dei router che gestiscono il traffico di rete tra i vari centri dati. Insomma, non ci sarebbe nessun hacker dietro. E il giorno dopo la tempesta perfetta in casa Zuckerberg si fanno i conti: la crisi ha provocato una flessione del titolo Facebook in Borsa facendo in poche ore perdere al fondatore 6 miliardi di dollari. Il social network, colpito dallo scandalo per le sue pratiche non etiche e da un'interruzione mondiale dei suoi servizi, è crollato 4,9%. Secondo i dati di Forbes, il calo ha fatto scendere la fortuna di Zuckerberg a 117.000 milioni di dollari, relegando il manager al sesto posto nella classifica delle persone più ricche del mondo, in calo di una posizione.

In totale Facebook ha perso il 7,74% a Wall Street negli ultimi cinque giorni e più del 13% nell'ultimo mese.

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