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L'accusa del presidente ucraino: "Russia pronta al colpo di Stato"

Zelensky: "La prova in alcuni audio". Coinvolto il più ricco oligarca del Paese, patron dello Shakhtar

L'accusa del presidente ucraino: "Russia pronta al colpo di Stato"

Si complica la crisi tra Kiev e Mosca. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky grida al golpe, facendo riferimento in una conferenza stampa a informazioni ricevute dall'esecutivo che parlano di un colpo di stato in programma tra l'1 e il 2 dicembre. «Abbiamo registrazioni audio», dice Zelensky, «in cui i rappresentanti russi ne discutono con Rinat Akhmetov». Mosca si chiama fuori: «non facciamo cose del genere», dice il portavoce del Cremlino, ma l'allarme di Kiev testimonia lo stato di tensione che regna tra i due Paesi e la fragilità del potere ucraino.

L'Akhmetov citato è l'oligarca più ricco del Paese, patron dello Shakhtar Donetsk, recente avversario dell'Inter, nonchè acquirente (per 200 milioni di euro) della storica villa Les Cèdres di Cap Ferrat in Costa Azzurra, messa in vendita nel 2019 dal gruppo italiano Campari. Il suo centro di potere è il Donbass, l'area contesa tra Mosca e Kiev nell'est dell'Ucraina. Gli osservatori gli attribuiscono un patrimonio di 7 miliardi di dollari e attività in una quantità di settori diversi con centinaia di migliaia di dipendenti: dall'acciaio al carbone, fino all'immobiliare. Come tutti gli oligarchi ucraini (che a differenza di quelli russi non si sono mai trovati di fronte un potere politico forte) rappresenta quasi uno Stato nello Stato. Ed è presumibilmente pronto a giocare su più tavoli, anche di fronte alla Russia, ufficialmente nemica del suo Paese. Il nome era emerso anche nel corso dell'inchiesta americana sui rapporti tra Donald Trump e il Cremlino. Si era scoperto che Paul Manafort, consulente di Trump poi finito in galera, aveva passato dati e sondaggi elettorali ad alcuni businessmen vicini al potere ex sovietico. Tra di loro c'era anche Akhmetov.

Zelensky (peraltro arrivato al potere anche grazie all'appoggio di un oligarca, Ihor Kolomoisky, il padrone della tv in cui lavorava) ha cercato di frenare il potere dei miliardari-burattinai che ipotecano la vita del Paese. Una legge recente prevede l'istituzione di un registro che introduce la figura legale dell'oligarca, costruita su alcuni parametri economici, e che vieta loro, tra le altre cose, di finanziare partiti politici e prendere parte ai processi di privatizzazione.

Il presidente ha anche fatto arrestare uno tra gli oligarchi più vicini a Mosca, Victor Medvedchuk, i cui beni, tv comprese, sono stati sequestrati. È evidente che con il riacutizzarsi delle tensioni con la Russia il timore di una «quinta colonna» interna cresce. «Siamo pronti alla possibilità di un'escalation», ha detto Zelensky a proposito dei rapporti con la Russia. «C'è una minaccia oggi che ci sarà la guerra domani».

Del tema ha parlato anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: «È chiaro che se la Russia userà la forza contro l'Ucraina, ci saranno costi e conseguenze», ha detto in una conferenza stampa.

«Siamo preoccupati per quello che stiamo vedendo attorno al Paese, una inusuale concentrazione di forze russe, ed è la seconda volta che succede quest'anno».

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