Elezioni politiche 2022

L'ammucchiata è servita: Sinistra italiana e Verdi fanno l'inciucio col Pd

Raggiunta l'intesa per l'accozzaglia: il Pd imbarca anche Sinistra italiana e Verdi. Letta è terrorizzato: "Necessario per evitare un governo di destra-destra"

L'ammucchiata è servita: Sinistra italiana e Verdi fanno l'inciucio col Pd

Tanto rumore per nulla. Alla fine Sinistra italiana e Verdi hanno deciso di prendere parte all'ammucchiata contro il centrodestra. Così il Partito democratico spera di evitare una sconfitta durissima alle elezioni di domenica 25 settembre, ma al contrario gli elettori potrebbero punire un'accozzaglia che tiene dentro una serie di partiti profondamente divisi. E infatti sullo sfondo c'è l'incognita Calenda, che potrebbe puntare i piedi e mettere il Pd all'angolo: o Azione o Si-Verdi.

Decisivo è stato l'incontro tra Enrico Letta, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli: tutti e tre hanno concordato sulla necessità di schierarsi dalla stessa parte con la speranza di scongiurare la vittoria degli avversari. In questi giorni la sinistra si è resa protagonista di uno show a colpi di veti e ultimatum, dando l'immagine di un fronte dilaniato già prima delle elezioni. E la commedia potrebbe non finire qui.

Il terrore di Letta

"Sono contento di questo accordo elettorale, necessario a nostro avviso perché questa legge elettorale obbliga a fare accordi. La solitudine è penalizzata. Dobbiamo evitare che l'Italia abbia un governo di destra-destra", ha ammesso Letta. Che dunque è terrorizzato da un successo di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Si è parlato anche di seggi: quanto agli uninominali, il rapporto tra Pd e Si-Verdi sarà di 80 a 20 "scomputando le candidature per le altre forze in coalizione".

Il segretario del Pd ha fatto sapere che l'accordo elettorale è stato incentrato "sulla questione dell'emergenza democratica". A suo giudizio è indispensabile portare avanti contestualmente anche l'inciucio con Azione+Europa, senza però allargarsi al Movimento 5 Stelle: "Non crediamo sia utile modificare il perimetro delle intese". Apertura confermata verso Bruno Tabacci e Luigi Di Maio di Impegno civico: "Sì, ci stiamo parlando".

Delirio contro il centrodestra

Il solito delirio contro il centrodestra. Per Fratoianni di Sinistra italiana è importante costruire una campagna elettorale "per evitare che l'estrema destra prenda il governo del Paese tra blocchi navali e razzismo, dobbiamo batterci contro chi vuole frammentare il Paese accentuando le differenze e chi ha applaudito l'affondamento del ddl Zan". Bonelli dei Verdi ha spiegato che sente la responsabilità "di salvaguardare la Costituzione rispetto a una destra estrema che la vuole cambiare".

L'apertura di Si e Verdi

Sinistra italiana e Verdi si sono presentati all'incontro con Letta con l'intenzione di portare avanti un'intesa elettorale, tuffandosi nel minestrone con il Partito democratico con l'obiettivo di tentare di evitare il trionfo del centrodestra alle urne. In mattinata Si ha aperto all'accordo con il Pd, chiedendo però di imbarcare anche il Movimento 5 Stelle nell'accozzaglia rossa. Tuttavia i dem hanno subito chiuso la porta a uno scenario del genere, confermando l'indisponibilità a modificare il perimetro dell'alleanza.

L'incognita Calenda

Resta da vedere quale sarà la reazione di Carlo Calenda, che in questi giorni ha invitato il Partito democratico a prendere una decisione definitiva: da una parte il patto con Azione avente al centro l'agenda Draghi e la realizzazione degli impianti di rigassificazione; dall'altra il fronte Si-Verdi che non condivide una buona parte dell'intesa Letta-Calenda. La sensazione è che le posizioni siano inconciliabili e che alla fine non possano coesistere in occasione delle elezioni.

Il leader di Azione si è limitato a pubblicare sui propri canali social il titolo di agenzia che annuncia la richiesta di Sinistra italiana di far entrare il M5S nella coalizione, senza però fare alcun commento.

Poco prima aveva condiviso un passaggio dell'articolo di Mattia Feltri sull'Huffington Post in cui chiede al Pd di scegliere se diventare "un partito di sinistra riformista o un partito di sinistra dura e pura" perché l'uno e l'altro, "in nome dell'emergenza fascismo, non funziona più".

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