Coronavirus

L'assessore Mattinzoli contro Conte (poi si scusa)

Prima lo sfogo (privato), poi un video per spiegare tutto, da amministratore regionale ma anche da convalescente, visto il suo "tampone" risulta ancora positivo

L'assessore Mattinzoli contro Conte (poi si scusa)

Prima lo sfogo (privato), poi un video per spiegare tutto, da amministratore regionale ma anche da convalescente, visto il suo «tampone» risulta ancora positivo. Dopo 31 giorni di terapia intensiva è ancora in isolamento in ospedale ma sta meglio Alessandro Mattinzoli (nel tondo), esponente di Forza Italia, ex sindaco di Sirmione e oggi assessore alle Attività produttive. Le sue condizioni fisiche sono molto migliorate ma non è certo tornato alla normale vita personale e istituzionale. Ieri si è molto parlato di lui per le parole in libertà che ha rivolto in particolare al premier Giuseppe Conte. Un audio privato, non destinato al pubblico, in cui partiva dalle critiche all'operato del governo per poi obiettivamente trascendere. «Un mio audio è finito sui giornali per uno sfogo che ho avuto in un momento di difficoltà» ha detto ieri in un video, pubblicato sul suo profilo ufficiale per spiegare l'accaduto, sostanzialmente scusandosi e rientrando nei ranghi del suo ruolo istituzionale.

«Tutti - ha detto ieri nel video - stiamo vivendo un momento di pesante sofferenza, basti pensare alle migliaia di vittime del virus». Ha parlato di chi «ha visto strappati i suoi cari in modo traumatico, violento», e ha ricordato di aver vissuto come altri un dramma e di aver osservato da vicino gli operatori sanitari «lavorare ininterrottamente ore e ore in condizioni difficili». Quindi ha spiegato di temere una «crisi pesantissima, col rischio che diventi irreversibile», e che le multinazionali «vengano a far shopping» in Italia, comprando le nostre aziende. «Il Paese più del mondo bello fa gola» ha avvertito. Ha rivolto, insomma, un appello alla concordia. «Il futuro appare sempre più incerto. Abbiamo un patrimonio artistico e culturale che ci invidiano. Abbiamo uno stivale che palleggia con la Sicilia e che ha come scudetto sul petto la Sardegna, abbiamo laghi, fiumi, città d'arte, mare, posti attrattivi dal punto d vista turistico. Serve un piano strategico pluriennale che non è facile mettere assieme.

Ecco perché il grido di allarme mi è partito spontaneo, per fare in modo di collaborare tutti insieme».

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