Mondo

Lavori per 1.200 miliardi. La sinistra blocca Biden. Piano (e ripresa) a rischio

Ocasio-Cortez e Sanders guidano la rivolta. Vacilla l'ok al programma delle infrastrutture

Lavori per 1.200 miliardi. La sinistra blocca Biden. Piano (e ripresa) a rischio

New York. Dopo le critiche per il caotico ritiro dall'Afghanistan, la crisi con la Francia per il nuovo patto Aukus sui sottomarini, le polemiche per il trattamento dei migranti che tentano di entrare negli Stati Uniti dal Messico, questa volta Joe Biden non può sbagliare. A rischio c'è una parte fondamentale del programma economico del presidente americano, e la sua agenda rimane in bilico a causa della spaccatura nel partito democratico. Evitato in extremis lo shutdown (la paralisi del governo federale), giovedì sera è saltato infatti il voto alla Camera sul maxi-piano bipartisan da 1.200 miliardi di dollari per le infrastrutture. A bloccare la legge sono stati i membri dell'ala progressista del partito dell'Asinello, che subordinano il via libera a un accordo (e magari un voto) su un altro pacchetto, quello da 3.500 miliardi su welfare e clima, sul quale invece sono i moderati a nutrire riserve. Alla Camera la tensione è altissima, tanto che nemmeno l'esperta speaker Nancy Pelosi ha avuto successo nel gestire i dem ribelli.

Secondo la Cnn, i leader dem e la Casa Bianca stanno lavorando a un compromesso sull'American Family Plan, che passerebbe da 3.500 a 2.100 miliardi per superare le divisioni tra moderati e liberal. «Non è una partita di baseball, ma il più significativo pezzo di legislazione degli ultimi 70 anni», ha però avvisato il senatore socialista Bernie Sanders. E a bocciare anche il tentativo di compromesso è già stata la deputata ultra-liberal di New York Alexandria Ocasio-Cortez, secondo cui le proposte sul piatto non sono sufficienti per assicurarsi il suo via libera. Biden resta impegnato nei negoziati, che come ha riferito la portavoce di Pennsylvania Avenue, Jen Psaki, potrebbero continuare anche nel weekend se necessario. Ieri pomeriggio, comunque, il comandante in capo ha raggiunto i deputati dem a Capitol Hill per partecipare a un incontro nel tentativo di smorzare le tensioni. D'altronde la posta in gioco per lui è molto alta, specie dopo i numerosi passi falsi delle ultime settimane. E se l'intesa ancora non c'è, l'ottimismo è maggiore rispetto a ventiquattr'ore fa: dem e Casa Bianca non vogliono arrivare a una soluzione dettagliata del pacchetto finale, ma piuttosto stabilirne i parametri generali su ciascuna area - climatica, sociale e sanitaria - che potrebbero poi sbloccare la posizione dei progressisti sul voto del piano sulle infrastrutture. Maxi-piano, questo, che fornirebbe 500 miliardi di dollari in nuovi finanziamenti, con 65 miliardi per espandere l'accesso a internet veloce, 110 miliardi per strade, ponti e altri progetti, 25 miliardi per gli aeroporti. Inoltre punta ad accelerare il passaggio ai veicoli elettrici negli Usa con nuove stazioni di ricarica e fortificazioni della rete elettrica necessarie per alimentare le auto.

Nonostante il sospiro di sollievo dopo l'accordo che ha evitato lo shutdown - con il finanziamento del governo fino agli inizi di dicembre - per Biden la strada per vedere progredire la sua agenda economica rimane in salita, tra le profonde divisioni all'interno del suo stesso partito e l'impasse sul tetto del debito, che deve essere alzato entro il 18 ottobre per evitare il primo default della storia americana. Il segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen e il presidente della Fed Jerome Powell hanno avvertito davanti al Congresso che «non alzare il tetto del debito sarebbe catastrofico», travolgerebbe l'economia e i mercati finanziari.

Negli Usa la ripresa economica procede spedita, con il Pil nel secondo trimestre cresciuto più delle attese al 6,7%, ma il mercato del lavoro continua ad arrancare, come dimostrato dalla terza settimana consecutiva di aumento delle richieste di sussidi alla disoccupazione.

Commenti