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Lega pronta a candidare il generale nella bufera: "Porte aperte a Vannacci". Lui: "Per ora resto soldato"

Il vicesegretario del Carroccio Crippa gli riserva il posto in lista insieme all'ex sindaco di Roma Alemanno. L'ufficiale non dovrà lasciare l'esercito: basterà chiedere la licenza in campagna elettorale

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«I militari candidati a elezioni per il Parlamento europeo possono svolgere liberamente attività politica e di propaganda al di fuori dell'ambiente militare e in abito civile». É questa, contenuta nella diramazione del ministero della Difesa del 18 aprile 2012, la norma che ispira e regola la mossa della Lega che ieri fa irruzione nel dibattito arroventato sul generale Roberto Vannacci e il suo libro stravenduto Il mondo al contrario. Dopo undici giorni di voci e di ammiccamenti, lunedì sera è Andrea Crippa, vicesegretario del Carroccio, a rendere ufficiale l'esito della vicenda: per il generale è pronto un posto in lista per le elezioni europee del giugno 2024 con il partito di Matteo Salvini. Tra dieci mesi potrà fare campagna elettorale senza restituire il basco e gli alamari. «La porta per lui è aperta, anzi spalancata», dice Crippa. Destituito dal suo incarico di comando, sottoposto a procedimento disciplinare, bersagliato da condanne, critiche e talvolta da insulti, ma nel contempo sommerso di like e diventato un'icona non solo a destra, Vannacci vede aprirsi la strada che forse ipotizzava sin dall'inizio. Se accetterà la candidatura non dovrà lasciare l'esercito, gli basterà chiedere una licenza per la durata della campagna elettorale (unico vincolo: non potrà farla in Toscana, zona dell'ultimo comando). Se verrà eletto avrà diritto alla aspettativa, scegliendo tra lo stipendio da deputato e quello da generale.

Che Vannacci sia orientato a dire di sì, lo conferma la reazione dell'alto ufficiale, che finora aveva respinto al mittente le profferte di candidatura di Forza Nuova, e che invece ieri ha tutt'altri toni: «Ringrazio. La mia risposta è grazie. Chiunque mi offra un ruolo è perché crede in me e nelle mie qualità e io lo ringrazio». Certo poi Vannacci aggiunge «per ora voglio continuare a fare il soldato». Quel «per ora» dice tutto.

Vannacci non è l'unico oggetto del desiderio della Lega, insieme a lui Crippa annuncia di essere pronto a prendere a bordo anche Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, uscito anni fa da Fratelli d'Italia, che nei giorni scorsi aveva sposato in pieno la causa del generale, cercando (invano) di coinvolgerlo nel suo comitato «Fermare la guerra». Una accoppiata di candidature leghiste, quella Vannacci-Alemanno, che sembra fatta apposta per cercare consensi nell'area di destra delusa dalla nettezza con cui Giorgia Meloni e il ministro Guido Crosetto hanno sancito la loro distanza dalle affermazioni razziste e omofobe dell'ex comandante della Folgore. Invece per Crippa «quando si ha il coraggio e la coerenza di andare controcorrente è sempre un valore». E pazienza se le parole d'ordine anti-Ucraina del comitato di Alemanno daranno fiato alle teorie di chi, come Fabrizio Cicchitto, vede dietro l'«operazione Vannacci» la lunga mano di Vladimir Putin. «Nessun complotto, né vedo spie di Mosca che lo hanno indotto a scrivere», mette le mani avanti Crippa, «non siamo di fronte a un pazzo, piuttosto dobbiamo tutti considerare con attenzione quanto sostiene».

Crippa, che lancia l'invito durante la convention in Puglia di Affaritaliani, spiega di non averne parlato prima con Salvini. Ma per tutto ieri il leader del partito si guarda bene dallo smentire.

Anche se l'onore di ufficializzare la cosa verrà lasciato a lui, Vannacci: «Quando deciderò di cambiare mestiere sarò il primo ad annunciarlo», promette il generale.

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