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Letta ha "quasi vinto". Ma tra il caso Belloni e i litigi con i 5 Stelle i problemi iniziano ora

«Ho perso la voce e non ho dormito per una settimana». Dalla defatigante e confusa partita sul Colle, Enrico Letta esce piuttosto esausto, e non lo nasconde

Letta ha "quasi vinto". Ma tra il caso Belloni e i litigi con i 5 Stelle i problemi iniziano ora

«Ho perso la voce e non ho dormito per una settimana». Dalla defatigante e confusa partita sul Colle, Enrico Letta esce piuttosto esausto, e non lo nasconde.

Il risultato, col bis di Mattarella, apparentemente lo premia: «Se guardo alla mia parte, non posso che essere contento», dice. Anche se «ne viene fuori una politica in crisi, e ora bisogna che sappia sciogliere i nodi». Ma i nodi sono tanti, e stanno anche dentro il Pd, per non parlare della presunta coalizione di centrosinistra. Certo, al cospetto dell'esplosione atomica dei Cinque Stelle i dem sembrano quasi compatti, anche perchè tutti plaudono alla rielezione, exit strategy che alla fine ha tenuto unito un partito diviso su molteplici candidature. Così «nessuno ha perso», dice Letta, soprattutto nel Pd. Ma i problemi veri iniziano ora: dai veleni sul caso Belloni, che stanno ricadendo sul segretario accusato di aver dato l'iniziale via libera ad un'operazione scivolosa di Conte e Salvini senza considerarne le conseguenze potenzialmente esplosive; al rapporto con gli alleati grillini ormai platealmente spaccati tra Conte e Di Maio. «Non possiamo non scegliere, a questo punto. E va ovviamente scelto Luigi, deve capirlo anche Enrico», dice un dirigente, che rimprovera al leader di «essersi appiattito fino all'ultimo» sull'ex premier 5Stelle, ormai considerato una scheggia impazzita e «totalmente inaffidabile» dal grosso dei dem. Fino alle scelte che andranno fatte nei prossimi mesi, a cominciare dalla legge elettorale.

Già, perchè dall'interno del Pd è già partito un pressing trasversale alle correnti: «Il centrodestra è scoppiato e abbiamo bisogno di una grande stagione di riforme, a partire dal proporzionale su modello tedesco, in grado di dare sostenibilità al sistema politico, rigenerandolo», dice il coordinatore dei sindaci dem Matteo Ricci. «Non è un caso che durante il maggioritario siano cresciuti a dismisura antipolitica e populismo: cambiare la legge elettorale ora è un obbligo», afferma Francesco Verducci dei «giovani turchi», prima componente dem ad aver evocato il Mattarella bis come unica soluzione. Dalla sinistra ai centristi, da Base riformista alla stessa maggioranza lettiana, la spinta arriva da tutte le parti.

Ma Letta, che solo poche settimane fa difendeva il maggioritario, si limita a dire che il Rosatellum va cambiato, senza spiegare come: «Lui frena, in nome del campo largo e della chance di fare il candidato premier, ma si dovrà convincere», dicono nel Pd.

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