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Ddl Zan e ius soli, la solita sinistra torna alla carica

Le priorità del segretario del Partito democratico: "Entro 10 mesi dobbiamo approvare il ddl Zan. L'Italia è indietro, bisogna promuovere anche lo Ius culturae e lo Ius soli"

Ddl Zan e ius soli, la solita sinistra torna alla carica

Le gravi conseguenze economiche provocate dalla pandemia Covid-19 e gli effetti negativi della guerra tra Ucraina e Russia non hanno cambiato l'agenda delle priorità di Enrico Letta, che continua a battagliare su tematiche molto divisive all'interno della maggioranza. Questioni su cui difficilmente si arriverà a un accordo per le divergenze tra i partiti che sostengono il governo, ma su cui il segretario del Partito democratico non vuole indietreggiare: dallo Ius soli al ddl Zan passando per lo Ius culturae.

Le battaglie di Letta

Il numero uno del Pd ha tracciato quelle che sono le tematiche principali su cui i dem non intendono fare sconti. Innanzitutto Letta ha sostenuto l'importanza di "ripartire nel Paese e nelle piazze" per provare a sanare la "ferita profonda" che si è aperta dopo la bocciatura del ddl Zan. Il Partito democratico non aveva perso tempo: appena passati sei mesi hanno rilanciato il tema in Parlamento e hanno ripresentato il disegno di legge.

Letta ha avvertito che il Pd "non defletterà" su questo fronte e ha tracciato un orizzonte temporale entro cui incassare il via libera al ddl contro l'omotransfobia: ha riconosciuto di avere la responsabilità di "fare di tutto" perché "entro 10 mesi" si arrivi all'approvazione definitiva della norma. Il tutto senza escludere mediazioni con gli altri partiti (ma comunque entro la scadenza naturale della legislatura prevista per il 2023) e con l'ipotesi sempre viva di convocare le altre formazioni politiche per trovare una soluzione condivisa.

Non c'è solo questo. L'ex presidente del Consiglio ha dichiarato che giudicherà positiva la sua guida al Partito democratico solo "quando verranno approvati lo Ius culturae e lo e Ius soli". Anche questi vengono considerati punti cardine per cui salire sulle barricate, nella consapevolezza che "il Paese è indietro su questo" e per cui Letta parla dello "sforzo principale che abbiamo davanti".

Lo scontro con la Meloni

Una lista di priorità che ha registrato la dura reazione di Giorgia Meloni, secondo cui l'agenda del Pd non rispecchia le effettive problematiche che gli italiani chiedono di risolvere. La presidente di Fratelli d'Italia ha fatto notare che le reali esigenze dei cittadini sono, ad esempio, i rincari delle bollette e la difficile situazione in cui versano le imprese italiane. "Caro Enrico Letta, non è l’Italia a restare indietro, siete voi che vivete su un altro pianeta ancora non ben identificato", ha scritto la Meloni sui propri canali social.

A marzo in commissione Affari costituzionali è stato presentato il testo unificato della riforma della cittadinanza che riguarda il cosiddetto ius scholae. In tal modo si riconoscerebbe il diritto per i minori stranieri di diventare cittadini italiani dopo aver completato un ciclo di studi.

Il gruppo Fratelli d'Italia si è detto contrario al provvedimento che rappresenta "uno ius soli mascherato" e che "non ha nulla a che fare con un ipotetico ius scholae".

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