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L'Italia guida i Paesi contrari al taglio del gas. Vacilla il piano-energia della Commissione Ue

Riunione dei 27 chiusa senza intese. Roma: "Obiettivo troppo ambizioso"

L'Italia guida i Paesi contrari al taglio del gas. Vacilla il piano-energia della Commissione Ue

Nuova sfida per l'Unione europea, dopo che il Coreper, la riunione degli ambasciatori dei 27 Paesi membri si è conclusa senza un'intesa sul piano d'emergenza sul gas della Commissione, che prevede il taglio del 15% dei consumi nel periodo che va dal primo agosto al 31 marzo. Il progetto così com'è, secondo fonti diplomatiche, sarebbe osteggiato anche dall'Italia, considerato «troppo drastico» pure dal nostro Paese, che non apprezza l'obbligatorietà dell'obiettivo, considera la soglia fissata «troppo ambiziosa e difficile da raggiungere» e non condivide il target orizzontale e uguale per tutti. Ma sono almeno una decina su 27, al momento, gli Stati che hanno mostrato perplessità. Un numero importante, anche se per dare il via libera al piano non è necessaria l'unanimità. Il progetto dovrebbe infatti entrare in vigore il primo agosto sotto forma di regolamento, per cui serve una maggioranza qualificata del 55%, cioè 15 Stati su 27, che rappresentino almeno il 65% della popolazione totale dell'Ue.

L'obiettivo, stando ai resoconti delle ultime ore, sembra ancora lontano. «L'incontro - hanno spiegato fonti europee - ha registrato le posizioni molto distanti dei Paesi membri su alcuni pilastri del pacchetto». Spagna, Grecia, Portogallo e Polonia hanno già espresso ufficialmente la loro contrarietà, l'Ungheria si è sganciata dal gruppo chiedendo addirittura altri 700 milioni di metri cubi di gas a Mosca. Poi c'è la Grecia, che chiede soluzioni alternative: tetto al prezzo del gas e acquisti e stoccaggi comuni. E ancora Olanda e Danimarca, che vorrebbero essere consultate prima che la Commissione possa dichiarare lo stato di emergenza energetica e trasformare il taglio del 15% da volontario a obbligatorio. Quanto alla Francia: sì di massima, ma Parigi vuole discutere le modalità per adeguarlo alle condizioni di ciascuno. La Germania appoggia invece a pieno il piano.

Il portavoce della Commissione Eric Mamer derubrica i dissensi: «Il fatto che ci sia un dibattito tra gli Stati su una questione di questa portata non ci sorprende, direi che sia naturale, in un'unione di democrazia come l'Ue». E tutte le questioni in ballo, già discusse ieri nela riunione degli ambasciatori, torneranno sul tavolo lunedì, in occasione di un nuovo incontro in cui la presidenza ceca potrebbe presentare modifiche al piano nella speranza di arrivare a un'intesa, alla vigilia della riunione straordinaria dei ministri dell'Energia di martedì, che dovrebbe essere il momento in cui il piano viene approvato.

Intanto, in Germania il cancelliere Olaf Scholz pronuncia il suo personale whatever it takes e annuncia un piano di salvataggio per il colosso energetico Uniper, attraverso una partecipazione statale del 30% per un investimento totale da 15 miliardi di euro in garanzie e azioni.

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