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"Cagna?". La risposta della Meloni zittisce chi la insulta

Da Facebook, Giorgia Meloni torna sull'insulto ricevuto dal candidato a Busto Arsizio e si fa fotografare insieme a un cucciolo di cane

"Cagna?". La risposta della Meloni zittisce chi la insulta

I pentastellati ancora non hanno recepito il nuovo corso imposto dal loro leader Giuseppe Conte e così, fedeli all'impronta originaria, non lesinano epiteti e appellativi volgari ai loro avversari politici. L'ex premier ha un gran da fare, vestendo i panni della balia impegnata a gestire i suoi discoli pargoli, ma i risultati sono alquanto deludenti, finora. Lo dimostra il bassissimo insulto "cagna" rivolto a Giorgia Meloni pochi giorni fa, che ha costretto Giuseppe Conte a scusarsi pubblicamente con il leader di Fratelli d'Italia. Un vizio, quello dei 5 Stelle, non facile da eradicare. Ma Giorgia Meloni tira dritto e dai social dà una sonora lezione a chi la insulta.

"Qualche giorno fa un esponente politico mi ha definito 'cagna' pensando di offendermi. I cani sono intelligenti, leali e combattono per difendere ciò che amano. Usare i cani come offesa, qualifica il valore di chi lo fa", ha scritto Giorgia Meloni a corredo di una foto che la vede ritratta con una docile cucciola di nome Rosetta, comodamente adagiata tra le braccia della leader di Fratelli d'Italia. Parole che arrivano a qualche giorno dalla polemica ma che sono sempre attuali, soprattutto nel mezzo di una campagna elettorale che sta arroventando il clima politico, soggetto a pericolose derive.

L'offesa a Giorgia Meloni, per altro, è arrivata poche ore dopo che la leader di Fratelli d'Italia era stata accusata di essere "volgare" da parte Giuseppe Conte, "solo per aver definito 'metadone di Stato' il reddito di cittadinanza". Parole che arrivano dopo l'appello fatto dallo stesso presidente del Movimento 5 Stelle a "dismettere i toni aggressivi. Anche le parole fanno male, non meno delle azioni".

L'offesa rivolta a Giorgia Meloni da parte del candidato a Busto Arsizio hanno scatenato la bufera, tanto da costringere Giuseppe Conte a esporsi per prendere le distante dal suo esponente: "Un candidato del Movimento a Busto Arsizio, Mario Socrate, ha usato parole che non sono compatibili con il nuovo corso del Movimento 5 Stelle, che annovera, tra i principi fondativi, la 'cura delle parole'.

Non possiamo più considerarlo un nostro candidato, con tutte le conseguenze che questo comporta".

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