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Tutti i segreti sulla guerra Conte-Di Maio

Luigi Di Maio e Giuseppe Conte sono pronti alla resa dei conti per il contollo del M5S. I grillini si schierano. Ecco chi sta con chi

Tutti i segreti sulla guerra Conte-Di Maio

Luigi Di Maio e Giuseppe Conte sono ai ferri corti. Ognuno pretende chiarimenti all'altro ed entrambi hanno già schierato le truppe in vista della battaglia finale per la guida del M5S.

Da una parte il ministro degli Esteri che, secondo i contiani, avrebbe lavorato per affossare la candidatura del capo del Dis, Elisabetta Belloni, alla presidenza della Repubblica. Un'accusa smentita dal pranzo di lavoro avuto di recente sui profili social del titolare della Farnesina. I dimaiani, invece, accusano i sostenitore di Giuseppe Conte di aver innescato una campagna social contro il loro leader che, al momento, controlla il maggior numero di parlamentari. Tra Camera e Senato, i fedelissimi di Di Maio sono una 50ina, molti al secondo mandato ma sono molti anche tra coloro che sono alla esperienza in Parlamento. In questa corrente vi sono tutti coloro che pensano si debba stare al governo per far valere le proprie idee. I contiani, invece, sono una 40ina. Si tratta, prevalentemente, di parlamentari al primo mandato che stanno pressando il loro leader per convincerlo a non dare troppe deroghe per la rielezione dei big che non approvano il nuovo corso. Infine ci sono tanti peones che rappresentano la corrente più vasta, composta da parlamentari che non parlano e che si schierano a seconda della convenienza del momento. I 'fichiani', ossia i parlamentari vicini al presidente della Camera, Roberto Fico, hanno abbracciato tutti la causa giallorossa e, perciò, almeno per il momento, si possono annoverare tra coloro che sono vicini a Conte.

Sembrano, invece, essere spariti gli ammiratori di Alessandro Di Battista, transumati per buona parte nel gruppo misto o in Alternativa C'è. 'Dibba', secondo quanto risulta a ilGiornale.it, sarebbe odiato praticamente da tutti, tranne forse da Conte a cui si sta riavvicinando per far cadere il governo Draghi. Le ex prime cittadine di Roma e Milano, Virginia Raggi e Chiara Appendino, infine, sostengono apertamente Di Maio. Gli ammiratori di Conte che, attualmente, si trovano fuori del 'Palazzo' sono l'anti-draghiano Massimo D'Alema, Nicola Zingaretti e Goffredo Bettini, sebbene quest'ultimo si recente abbia sostenuto che sia più bravo come leader di governo che capo di un partito. Tra i leader di partito è indubbio che Matteo Renzi abbia sicuramente una considerazione maggiore di Di Maio rispetto che al leader Conte. Ma, il titolare della Farnesina gode di ottimi rapporti anche tra i centristi.

I posizionamenti dentro il governo

Nel governo, tra i dimaiani troviamo Fabiana Dadone, ministro delle Politiche giovanili, Laura Castelli, viceministro all'Economia, il fedelissimo Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Affari Esteri, Dalila Nesci, sottosegretaria per il Sud. Dalla parte di Conte, invece, si schiera Federico D'Incà, titolare del dicastero dei Rapporti col Parlamento, Stefano Patuanelli, ministro per le Politiche agricole, e Alessandra Todde, viceministro allo Sviluppo Economico e vicepresidente del M5S. Un altro vice di Conte è Mario Turco, sottosegretario alla Programmazione economica e agli Investimenti. Anche il sottosegretario della Salute, Pierpaolo Sileri è annoverabile tra le file contiane. Luigi Di Maio, dentro la compagine di governo, gode di un ottimo rapporto con i ministri Lorenzo Guerini, Giancarlo Giorgetti (con cui va a mangiare la pizza almeno una volta al mese) e Renato Brunetta che lo ha definito “un vero leader, intelligente e preparato. Conte, d'altra parte, è stimato (sempre meno) solo da una parte del Pd e da Roberto Speranza.

Le truppe in Parlamento

In Parlamento Conte può godere ovviamente del vicepresidente del Senato, Paola Taverna, che ha recentemente nominato sua vicaria. Gli altri due esponenti che appartengono al team dei 'magnifici 5' sono Riccardo Ricciardi, ex vicecapogruppo alla Camera e il deputato Michele Gubitosa. Il presidente della commissione Affari costituzionali, Giuseppe Brescia, è un contiano doc così come Ettore Licheri, il grande sconfitto nella battaglia per il ruolo di capogruppo al Senato, assemblea che fino a pochi mesi fa sembrava saldamente in mano del nuovo leader del M5S. Alla Camera troviamo l'ex ministro Lucia Azzolina che, per quanto delusa dall'essere stata escluse dalle ultime nomine, possiamo continuare ad annoverare tra le fila dei contiani così come Vittoria Baldino, la deputata che l'ex premier avrebbe voluto promuovere a capogruppo. Un altro in corsa per assumere quel ruolo era l'ex ministro Alfonso Bonafede, colui che propose Conte come premier del governo gialloverde. A Palazzo Madama, invece, restano fedeli al leader M5S l'ex reggente Vito Crimi e l'ex ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.

Più nutrite le truppe dimaiane a cui appartengono i due capigruppo di Camera e Senato, Davide Crippa e Mariolina Castellone. A Palazzo Montecitorio, ci sono il fedelissimo presidente della Commissione Affari Europei Sergio Battelli, il questore Francesco D'uva, l'ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. l'ex viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni e l'ex sottosegretario di Stato Riccardo Fraccaro. A Palazzo Madama, i 'dimaiani' più noti sono Primo Di Nicola, Vincenzo Presutto e Daniele Pesco.

Le sponde fuori 'dal Palazzo'

Conte, una lasciato Palazzo Chigi, si è ritrovato sempre più solo. Accanto a lui, certo, resta il portavoce Rocco Casalino, ma il 'cerchio magico contiano' non esiste più. Draghi, una volta insediatosi, ha sostituito 'super-commissario' Domenico Arcuri (che resta però alla guida di Invitalia), il capo della protezione civile Angelo Borrelli e Gennaro Vecchione, ex capo del Dis. A dirigere Raiuno non c'è più Giuseppe Carboni e l'esclusione del M5S da tutti posti di comando nella tivù di Stato ha provocato la dura reazione di Conte che ha proibito ai parlamentari pentastellati di partecipare alle trasmissioni e ai tiggì Rai. L'ex premier, a piazza Mazzini, può contare solo sul professore Alessandro Di Majo, membro del Cda Rai.

In compenso, come ha ricordato recentemente Francesco Boezi sul Giornale, a Conte è rimasto più di qualche amico in Vaticano. In primis, monsignor Claudio Celli, presidente della Fondazione Comunità Domenico Tardini Onlus, cioè Villa Nazareth, il collegio in cui Conte ha trascorso gli anni universitari. Il segretario di Stato Pietro Parolin è un interlocutore del leader del M5S così come padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica e, come rivela Il Messaggero, monsignor Giancarlo Bregantin. Luigi Di Maio, invece, ha un buon feeling con Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant'Egidio che i giallorossi avrebbero voluto eleggere presidente della Repubblica.

Di Maio, dal canto suo, ha ovviamente sfruttato questi anni trascorsi al ministero degli Esteri per crearsi una rete di appoggi internazionali, grazie soprattutto allo staff di uomini e donne che lavorano per lui alla Farnesina.

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