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M5s difende il reddito e prepara imboscate "Conte irresponsabile"

La ministra Dadone avverte: non si tocca. Iv attacca Giuseppi che crolla nei sondaggi.

M5s difende il reddito e prepara imboscate "Conte irresponsabile"

Marco Travaglio e i giustizialisti da un lato. Beppe Grillo e i governisti dall'altro. È il paradosso di Giuseppe Conte. Il neo leader grillino che è costretto a tirare la corda ma non può spezzarla. Così, mentre proseguono le trattative sulla giustizia, la ministra delle Politiche giovanili Fabiana Dadone è protagonista di un'altra fuga in avanti, dopo quella di due giorni fa sulla prescrizione, con le frasi sulle ipotetiche dimissioni dei ministri del M5s che hanno innescato il caos in tutta la maggioranza. Dadone rilancia sul reddito di cittadinanza durante la rassegna Ponza d'Autore, nella tarda serata di venerdì. «Il reddito di cittadinanza ha funzionato - dice la ministra contiana - la fase iniziale di sostegno e di supporto è arrivata ed è stata fondamentale in un momento che ha flagellato l'Italia». Come già evidenziato da Conte, l'unico aspetto migliorabile del sussidio sarebbe «la fase di politica attiva, in termini di mismatch tra domanda e offerta». Il reddito di cittadinanza sarà l'altro ostacolo che l'avvocato di Volturara metterà sul cammino di Draghi. In un gioco in cui a ogni concessione sulla giustizia corrisponde un rialzo su un'altra bandierina del grillismo. Una strategia mediatica, che però potrebbe provocare un incidente da un momento all'altro. Diverse fonti, all'interno del M5s, raccontano di una war room contiana composta dall'ex portavoce del giurista Rocco Casalino e dal direttore del Fatto Quotidiano. Un gabinetto di guerra per concordare le uscite comunicative, le battaglie da combattere, i bersagli da colpire. E gli irriducibili al fianco dell'ex premier preoccupano non poco Grillo e la gran parte dei parlamentari filo-governativi. Nel caso di una frattura sulla giustizia, il M5s si spaccherebbe di nuovo tra il Garante e il nuovo presidente.

«L'imbarazzante attacco della ministra Dadone alla riforma della giustizia da lei approvata in Cdm sarebbe stato organizzato da Conte che punta alla guerriglia contro Draghi per andare al voto a febbraio», scrive su Facebook il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, mastino renziano in Commissione vigilanza Rai. Uno tentazione, quella del voto a febbraio, anticipata dal Giornale a inizio giugno. «Conte vorrebbe le elezioni prima che il suo gradimento, in caduta libera secondo i sondaggi, precipiti - ricostruisce Anzaldi - Sarebbe il massimo di disprezzo per i problemi economici degli italiani e di irresponsabilità istituzionale per l'unico ex premier che non ha fatto auguri pubblici a Mattarella».

Secondo un sondaggio di Alessandra Ghisleri di Euromedia Research pubblicato da La Stampa, Conte riscuote successo soltanto tra gli elettori del M5s. Sta svanendo il consenso trasversale di cui godeva l'ex premier durante la prima fase della pandemia, quando era ancora a Palazzo Chigi. Per il 49,4% degli intervistati, Conte non può rilanciare il M5s con la sua leadership. Tra questi il 7,4% è rappresentato da elettori pentastellati. Mentre per il 56,4% degli intervistati, di cui il 13,5% di grillini, il ritrovato rapporto tra Conte e Beppe Grillo non può rilanciare il M5s. I più dubbiosi sul nuovo corso di Conte sono tra gli elettori di Lega e Fratelli d'Italia, con l'80% di dissenso tra i sostenitori dei due partiti di centrodestra. Il 60% degli elettori del centrosinistra invece crede nelle capacità di leadership di Conte. L'84,6% degli elettori del Movimento è soddisfatto dell'accordo tra Conte e Grillo, il 90% dei grillini ha fiducia in Conte leader.

Ma potrebbe non bastare per tornare a Chigi.

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