Disgelo tra Italia e Francia sulla gesgone dei fenomeni migratori. La Meloni ha apprezzato la nuova linea del presidente transalpiano. Sulla questione migratoria, «l'Europa deve unirsi, fare gioco di squadra». Macron dà appuntamento ai francesi in prima serata, alle 20, ma viene incalzato dall'attualità degli sbarchi a Lampedusa. Ed è costretto a dire la sua sull'isola «europea», e chiarire che intenzioni ha nei rapporti con Roma, vista la linea dei respingimenti alla frontiera applicati dal suo ministro dell'Interno. Dice che vuole «collaborare con la presidente del Consiglio italiano, perché l'Italia si assume le sue responsabilità, svolge il suo ruolo in quello che chiamiamo primo approdo, noi dobbiamo svolgere il nostro, di ruolo, europeo, e aiutare gli italiani». Poi però precisa che «il cuore della risposta non esiste in Francia, va cercato in Europa». Quindi accoglienza e redistribuzione restano in sostanza in stand by. Perché «non possiamo accogliere tutta la miseria del mondo», spiega parafrasando l'ex premier socialista Michel Rocard.
Certo, Macron sostiene che «il Papa ha ragione a fare un appello contro l'indifferenza», ma poi precisa che «noi francesi facciamo la nostra parte, la Francia lo fa, con oltre 2 miliardi investiti in accoglienza, dobbiamo essere umani, accogliere chi fugge dalla guerra ma rigorosi, perché abbiamo un modello sociale generoso». Che altrimenti salterebbe. Insomma, il ministro dell'Interno ha ragione a «distinguere bene» i piani, i rifugiati dai migranti economici. «È la realtà del fenomeno migratorio che cresce, che è europeo, e la risposta non può essere franco-francese». «Partono tutti dal porto di Sfax, in Tunisia, la maggior parte dei migranti arrivati a Lampedusa viene dall'Africa sub-sahariana, e da molti paesi dove abbiamo ambasciate che danno visti (in particolare Algeria e Tunisia, ndr). Diciamo vi aiutiamo, per dare opportunità economiche alla popolazione, ma dovete aiutarci a smantellare le organizzazioni dei trafficanti. Non funziona perché finora non l'abbiamo mai davvero fatto come europei». Macron si è convinto che «la battaglia è con i Paesi di origine, e questo deve portare a un partenariato Africa-Ue e Italia e Francia sono d'accordo per un accordo Ue, rispettoso, come a Calais, dove abbiamo i britannici che ci aiutano a combattere i passeur», spiega. «Proponiamo la stessa cosa con il Nordafrica, come in Libia, formando i guardacoste». La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha accolto positivamente la «proposta di collaborazione» di Macron per combattere insieme l'immigrazione illegale. La premier ha rimarcato come le parole di Macron ricalchino la «direzione» individuata dall'Italia. Più scettico il vicepremier Matteo Salvini: «Tante chiacchiere».
Macron ha offerto un assist totale a Roma: «Proporrò alla presidente del consiglio italiano di proporre partenariati ai Paesi del Nordafrica, ma intanto andiamo ad aiutare l'Italia, quando arrivano (i migranti) serve che l'Europa aiuti Roma a registrare i migranti». E la relocalizzazione? «La chiave di tutto è europea, perché non c'è un diritto incondizionato alla regolarizzazione». Poi dice che bisogna fare una legge in Francia per completare il lavoro fatto in questi anni, migliorare le procedure e rimandare nel paese di provenienza chi non ha diritto di asilo, «altrimenti il nostro sistema esplode».
L'idea iniziale dell'Eliseo era di raccontare i successi transalpini degli ultimi giorni: dalla visita di Re Carlo III a cui nel marzo scorso era stato chiesto di rimandare la missione per le troppe proteste cittadine sulla riforma delle pensioni, fino alla tappa di Papa Francesco a Marsiglia, che ha portato oltre 60mila persone - non solo cattolici - a una messa allo stadio Velodrome nella laicissima Francia. Missione riuscita per il Papa, meno per Emmanuel Macron.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.