Politica

"Mai con i 5Stelle". E poi Calenda vota la Raggi per l'Expo di Roma

Le innumerevoli volte in cui Carlo Calenda ha tuonato contro il MoVimento 5 Stelle sono state smentite in un colpo solo

"Mai con i 5Stelle". E poi Calenda vota la Raggi per l'Expo di Roma

Ascolta ora: ""Mai con i 5Stelle". E poi Calenda vota la Raggi per l'Expo di Roma"

"Mai con i 5Stelle". E poi Calenda vota la Raggi per l'Expo di Roma

00:00 / 00:00
100 %

Il leader di Azione Carlo Calenda ha sostenuto per anni che il MoVimento 5 Stelle non potesse essere un alleato: l'accordo politico contratto sul nome di Virginia Raggi come presidente della commissione speciale per Expo2030 smentisce la narrativa e l'impostazione del politico romano.

Il consigere comunale capitolino che rapprestava la lista Calenda in quella assise, infatti, ha votato per Virginia Raggi, mentre Italia Viva, che aveva sostenuto l'ex ministro dello Sviluppo economico come primo cittadino della capitale, si è rifiutata di partecipare all'assise. Anzi, i due consiglieri renziani, poiché non avrebbero votato per la Raggi, sono stati sostituiti in corso d'opera.

Solo qualche giorno fa, al primo congresso di Azione, Calenda si era domandato, utilizzando tonalità incredule, come avessero fatto gli italiani a votare per i grillini. Poche ore dopo, è arrivato l'accordo sulla pentastellata. Non solo: durante l'evento fondativo del suo partito, l'ex candidato sindaco di Roma aveva anche invitato il Partito Democratico a chiamarsi fuori dall'alleanza con Giuseppe Conte e Beppe Grillo.

Calenda, rivolgendosi ad Enrico Letta, aveva dichiarato che i pentastellati hanno "inquinato la politica". Non solo: i pentastellati, per l'ex ministro, erano un "disvalore per l'Italia". E non avrebbero rappresentato per lui "un interlocutore".

Toni che abbiamo imparato a conoscere durante la campagna elettorale per Roma, dove Calenda era stato - almeno fino al voto per la commissione Expo - uno strenuo oppositore della Raggi. La diatriba era già iniziata nel 2018, quando Calenda, che era ancora ministro, definiva l'amministrazione grillina con un termine: "Immobilismo". E da ministro giudicava la Giunta Raggi come incapace in termini realizzativi.

Così via, lungo un pendio condito da dichiarazioni agguerrite: "I 5 Stelle - aveva detto a Tagadà, come riportato dall'Adnkronos - sono stati la più grande truffa della politica italiana, hanno raccontato ai cittadini cose che non hanno mai fatto, si sono attaccati coi rampini alle sedie".

Oggi il fondatore di Azione si difende parlando di "prassi" per la scelta dei presidenti delle commissioni spettanti alle minoranze ma quella per l'Expo è una novità di queste settimane: non esiste una tradizione consiliare in merito alla scelta del massimo rappresentante di quell'organo. "Quel MoVimento - tuonava l'ex capo di Dicastero fino a pochi giorni fa - è il gas, è un gas che ha inquinato la politica italiana e che verrà disperso alla prossime politiche". Di esempi se ne potrebbero fare a bizzeffe.

Nel corso del congresso di Azione, Calenda ha pronunciato questa frase: "C'è solo un modo per gestire i 5Stelle: cancellarli".

Poi sarebbe arrivato il consenso per Virginia Raggi in un organo dell'amministrazione capitolina.

Commenti