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La manovra blindata ora vede il traguardo. Le opposizioni litigano su come protestare

La Russa media con le sinistre e garantisce la discussione della norma

La manovra blindata ora vede il traguardo. Le opposizioni litigano su come protestare

La tabella di marcia per il via libera alla prima legge di bilancio, varata dal governo Meloni, era fino a ieri ben delineato: ok alla fiducia in Senato entro le 20 di oggi. A confermare il timing, messo a punto dalla maggioranza, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: «C'è la calendarizzazione nella giornata di domani (oggi per chi legge) e verosimilmente intorno alle 19-20 inizierà il voto finale».

Nella giornata di ieri il testo della manovra, licenziato dalla Camera dei deputati, è arrivato nella commissione Bilancio di Palazzo Madama. Il calendario iniziale dei lavori prevedeva la discussione generale e voto di fiducia in una sola giornata (oggi) dalle 9 alle 20. Un calendario che si sarebbe incrociato alla perfezione con l'agenda di Palazzo Chigi: il presiedente del Consiglio Giorgia Meloni terrà il 29 dicembre la conferenza stampa di fine anno e vorrebbe sedersi davanti ai giornalisti con in tasca già l'ok finale alla manovra.

Si giocherà sui tempi perché dopo una giornata di tensioni e proteste delle opposizioni, il calendario dei lavori del Senato slitta di 24 ore. Nel mezzo dello scontro ci sarebbe stata anche una trattativa tra il presidente Ignazio La Russa e le opposizioni. In cambio dello slittamento di un giorno (dal 28 al 29) del voto di fiducia sulla manovra, La Russa avrebbe chiesto alle opposizioni di far cessare l'ostruzionismo sul Dl Rave in esame a Montecitorio. Il classico gioco delle parti. Ma da Pd, Italia Viva e M5s nessuna disponibilità. Insomma, l'ultimo miglio per l'approvazione della manovra riserva colpi di scena e trattative a oltranza. Ma anche spaccature, come quella registrata tra le opposizioni. I Cinque stelle si rifiutano di sottoscrive insieme a Pd e Italia Viva la richiesta di allungare i tempi per l'esame della manovra in Senato. Alla fine però, la proposta, avanzata dal Terzo Polo di allungare i tempi, passa. «La manovra sarà votata al Senato giovedì. La conferenza dei capigruppo ha deliberato di all'unanimità di procedere domani con la discussione generale e di aprire dopodomani alle 9 la seduta con le dichiarazioni di voto, la successiva votazione per appello nominale e poi la votazione finale», annuncia il presidente La Russa.

Il via libera è atteso entro le 14 di domani. Il premier potrebbe parlare con la stampa nel pomeriggio.

«Abbiamo imposto un principio che è salutare in democrazia: ci vuole un tempo congruo quando si è all'opposizione e quando si è in maggioranza. Non si può cambiare a seconda delle collocazioni del momento. La Meloni protestava perché c'erano i tempi troppo stretti e ora che è al governo deve garantire che ci sia un percorso lineare», commenta il capogruppo di Azione-Italia Viva al Senato, Raffaella Paita, al termine della conferenza dei capigruppo.

«Fratelli d'Italia ha sempre dimostrato grande rispetto per il ruolo del Parlamento, lo testimoniano le numerose iniziative condotte nel corso della scorsa legislatura. Per questo oggi non accettiamo lezioni da nessuno», ribatte il vicepresidente vicario del gruppo FdI al Senato, Raffaele Speranzon. Dal fronte Pd Simona Malpezzi riconosce: «Un po' di buonsenso è tornato di fronte a un dibattito che c'è stato in Commissione. Una decisione che è importante anche perché restituisce dignità alla maggioranza. La Russa ha mantenuto la parola data».

Intanto nel tardo pomeriggio di ieri il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e quello della Lega, Matteo Salvini si sono incontrati, ad Arcore.

Un'occasione per scambiarsi gli auguri e fare il punto sulla situazione politica.

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