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Maturità, Seneca in versione anti-social

La traccia: "Causa delle nostre follie è uno spettatore". Scientifico, funzioni e dadi truccati

Maturità, Seneca in versione anti-social

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Niente like, garantisce Seneca. Un testo del filosofo e drammaturgo romano nato 1958 anni fa, quasi due millenni prima dell'avvento dei social network, è stato il brano che gli studenti all'ultimo anno del liceo classico si sono trovati davanti per la loro ultima traduzione, quella della maturità. Si tratta di «Chi è saggio non segue il volgo», tratto dalle «Lettere morali a Lucilio» di Lucio Anneo Seneca, una critica palese a quanti inseguono il favore degli altri sperando di ottenere in questo modo autorealizzazione e perfino felicità. Un testo che sembra fatto apposta per ammonire i giovani sui rischi della facile popolarità da follower, particolarmente di attualità in questi giorni dopo l'incidente di Casal Palocco, che ha ucciso un bambino di cinque anni che si trovava nella Smart della mamma travolta da un Suv guidato da quattro ventenni intenti in una sfida social volta a ottenere like e quindi guadagni. Tra le frasi più significative, la seguente: Nemo oculis suis lautus est, ne paucorum quidem aut familiarium, sed apparatum vitiorum suorum pro modo turbae spectantis expandit. Traduzione (non nostra): nessuno fa lo splendido per gli occhi propri e neppure per quelli di pochi intimi o dei familiari, ma piuttosto dispiega l'apparato dei suoi vizi a misura della folla che lo ammira. A pochi intenditori poche parole, se tradotte correttamente.

Va detto che l'intento moralizzatore dei funzionari del ministero dell'Istruzione che hanno individuato il testo probabilmente è stato probabilmente meno gradito di quanto lo sia stato la scelta stessa. Seneca, che con questa nomination tocca 16 partecipazioni alla maturità, raggiungendo Cicerone in testa alla classifica degli autori più selezionati della storia, è considerato infatti dagli studenti un autore accessibile se non addirittura facile. Insomma, ben venga anche il fervorino anti-like, purché diminuisca il tasso di errore e quindi avvicini l'agognato diploma.

Naturalmente il liceo classico, pur non essendo il più frequentato dai 536mila studenti che ieri hanno affrontato l'esame più temuto della vita, ruba sempre la scena. vediamo però che cosa è accaduto negli altri istituti: allo Scientifico gli studenti si sono trovati ad affrontare otto differenti quesiti che spaziavano dall'analisi matematica - uno tra tutti, l'applicazione del teorema di Rolle - alla geometria classica, alla geometria analitica e al calcolo delle probabilità, una faccenda riguardante un dado truccato. I candidati di Scienze Umane con indirizzo Scienze Umane si sono dovuti guadagnare la promozione vedendosela con le riflessioni su «Il metodo. Etica» del filosofo Edgar Morin e su un estratto dagli «Scritti Civili» di Vittorio Bachelet. Gli studenti dell'indirizzo Economico-Sociale hanno invece visto uscire dalla busta spunti legati al tema della globalizzazione. I candidati degli Istituti tecnici a indirizzo marketing hanno dovuto cimentarsi con una prova legata alla sostenibilità ambientale di un'azienda, mentre i loro colleghi degli studenti del Linguistico hanno dovuto lavorare su brani in inglese tratti dal romanzo «Elizabeth Finch» di Julian Barnes (2022), da un discorso di Barak Obama (nella foto) e da una dichiarazione dell'Unesco.

Singolare la traccia dell'indirizzo tecnico-grafico degli istituti tecnici chiede invece agli studenti di sviluppare una campagna pubblicitaria di un prodotto per celiaci.

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