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Meloni sfida le Ong. "Stop al servizio di traghettamento nel Mediterraneo"

"È finita l'Italia che fa finta di non vedere chi viola sistematicamente le regole"

Meloni sfida le Ong. "Stop al servizio di traghettamento nel Mediterraneo"

«È finita l'Italia che fa finta di non vedere chi viola sistematicamente le regole». Nel giorno in cui il decreto sicurezza che limita l'azione delle Ong viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entra quindi ufficialmente in vigore, Giorgia Meloni pubblica sui social alcune considerazioni in cui spiega la strategia del governo per limitare l'immigrazione irregolare e cercare di regolare l'azione delle organizzazioni non governative attive nel Mar Mediterraneo. Lo fa proprio nelle ore in cui si verifica una nuova recrudescenza degli sbarchi. Una offensiva, quella dell'esecutivo che si svilupperà anche sul piano amministrativo, attraverso sanzioni pecuniarie fino a 50mila euro, il fermo della nave e, in caso di reiterazione della condotta vietata, la confisca della stessa, preceduta dal sequestro cautelare. «Immigrazione illegale e tratta di esseri umani: è finita l'Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente» promette Giorgia Meloni. «Il diritto internazionale non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel Mediterraneo o in qualsiasi altro mare, e fare la spola per trasferire gente da una nazione all'altra. Le norme vogliono circoscrivere il salvataggio dei migranti a quello che è previsto dal diritto internazionale, con alcune regole abbastanza semplici: se tu ti imbatti in un'imbarcazione e salvi delle persone le devi portare al sicuro, quindi non le tieni a bordo continuando a fare altri salvataggi multipli, finché la nave non è piena». Altrimenti in questo caso «non è salvataggio fortuito di naufraghi».

La presidente del Consiglio sottolinea anche la necessità che sia chiara l'identità e la funzione delle navi che operano nel Mediterraneo e vengano rispettati principi di assoluta trasparenza. «Ci dev'essere coerenza tra le attività che alcune navi svolgono nel Mediterraneo e quello per cui sono registrate: navi commerciali che si mettono a fare la spola per il salvataggio dei migranti è una cosa che stride abbastanza. Poi servono screening di chi è a bordo, informazioni chiare sui meccanismi di salvataggio, regole per impedire che nel raccogliere queste persone a bordo non si metta a repentaglio la sicurezza dell'imbarcazione cui ci si avvicina». Infine, conclude: «Se tali regole non vengono rispettate, non c'è autorizzazione a entrare in acque internazionali e se si viola quell'autorizzazione, si procede con fermo amministrativo dell'imbarcazione la prima volta per due mesi, la seconda con sequestro ai fini della confisca. Lo facciamo anche per rispettare i migranti, perché qualcuno se sta rischiando la vita ha diritto ad essere salvato, ma cosa diversa è farsi utilizzare dalla tratta degli esseri umani del terzo millennio e continuare a far fare miliardi a scafisti senza scrupoli».

La linea dettata dall'esecutivo viene condivisa dal vicepresidente del Senato ed esponente di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «Condivido assolutamente la stretta sulle Ong. Da tempo sono impegnato su questo versante e avevo contribuito in passato alla discussione che portò al regolamento sulle Ong stilato dai precedenti governi. Questi centri sociali del mare, così li ho sempre definiti, svolgono una funzione nefasta, di sostegno ai trafficanti di persone e di danno per l'Italia.

Il decreto deve essere applicato in maniera decisa fin da queste ore per porre fine a queste attività assolutamente al di fuori delle norme internazionali, attività che devono essere volte al salvataggio dei naufraghi, non a una spola nelle acque del Mediterraneo per favorire i viaggi della speranza».

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