Guerra in Ucraina

Missione Usa: il piano di Zelensky

Martedì discorso all'Onu. La "tela" con i Paesi del Sud e i repubblicani contrari al sostegno

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Volodymyr Zelensky vola negli Usa per una doppia missione a New York e Washington con l'obiettivo da un lato di allargare il sostegno a Kiev nell'appuntamento più importante dell'anno alle Nazioni Unite, e dall'altro di fare il punto con Joe Biden, ma anche vedere i vertici del partito repubblicano. «L'operazione diplomatica speciale» del leader ucraino - come è già stata definita - parte dal Palazzo di Vetro dell'Onu, dove martedì parlerà nella prima giornata della 78ª Assemblea Generale, aperta come da tradizione dal leader brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva e poi dal presidente americano Biden. La guerra in Ucraina si preannuncia nuovamente il tema centrale della settimana di alto livello, e Zelensky punta a corteggiare soprattutto i leader del «Global South», Africa, Asia e America Latina, molti dei quali hanno sinora evitato di prendere una posizione netta sul conflitto, e non hanno tagliato i legami economici o diplomatici né imposto sanzioni a Mosca.

«Per garantire una pace globale e duratura abbiamo bisogno di qualcosa di più del sostegno politico occidentale. Dobbiamo coinvolgere molti paesi anche del Sud del mondo, perché le loro voci contano», spiegano fonti diplomatiche ucraine. Inoltre, il leader di Kiev vuole cercare soluzioni alla crisi della sicurezza alimentare, questione che sarà al centro del suo incontro con il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres (il quale separatamente vedrà anche il presidente turco Recep Tayyp Erdogan e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov). Tra gli altri bilaterali spicca quello con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, alleato di Usa e Occidente, ma che per ora non ha imposto misure restrittive alla Russia. E Zelensky potrebbe trovarsi pure seduto allo stesso tavolo di Lavrov in occasione del summit ad alto livello del Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina in programma mercoledì, se deciderà di partecipare.

Non è chiaro se durante la sua visita a New York vedrà anche Biden, con il quale tuttavia avrà occasione di parlare una volta arrivato nella capitale dopo la sua apparizione alle Nazioni Unite. L'agenda a Washington non è ancora ufficiale, ma fonti informate fanno sapere che il primo appuntamento sarà proprio alla Casa Bianca - giovedì - per chiedere nuove e più potenti forniture militari (come i missili a lungo raggio Atacms). Poi ci sarà un incontro con membri di Capitol Hill. Zelensky è stato a Washington l'ultima volta a dicembre, e in quell'occasione si è rivolto al Congresso sollecitando un aumento della fornitura di armi americane al suo paese: questa volta non dovrebbe tenere un discorso pubblico, ma avere alcuni incontri in Campidoglio, anche con parlamentari del Grand Old Party. Sino ad ora i conservatori, che controllano la Camera, hanno appoggiato l'invio di aiuti militari a Kiev, ma recentemente soprattutto l'ala trumpiana sta facendo pressione per limitare i fondi. E soprattutto, con le presidenziali all'orizzonte e non solo Donald Trump, ma anche gli altri candidati alle primarie repubblicane che promettono di interrompere o diminuire gli aiuti in caso di vittoria, vuole assicurarsi i fondi almeno sino alla primavera del 2024.

Mentre un rapporto del Pentagono lancia l'allarme affermando che le armi e le munizioni che i soldati Usa stanno muovendo attraverso l'Europa per trasferirle in Ucraina rischiano di essere rubate o di andare perdute perché le misure di sicurezza non vengono osservate in modo efficace. La valutazione degli ispettori del dipartimento della Difesa è avvenuta tra gennaio e giugno, e punta il dito in particolare contro un sito logistico in Polonia. Trump, nel frattempo, in un'intervista a Nbc News è tornato sull'assist di Vladimir Putin, il quale intervenendo al Forum economico a Vladivostok ha sostenuto che le inchieste giudiziarie contro l'ex presidente sono «una persecuzione per ragioni politiche».

«Mi fa piacere che abbia affermato questo - ha commentato il tycoon - vuol dire che io dico la verità».

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