Come risponderà la base del Pd al (per molti sorprendente) esito delle primarie che ha visto la designazione di Schlein a nuova segretaria del partito? In realtà, una base del Pd non esiste come entità univoca: si rileva invece, come in molti altri partiti (ma con una accentuazione particolare nel Pd) un insieme frastagliato di opinioni e atteggiamenti, spesso assai distanti fra di loro. Proprio questa differenziazione e disunità negli stessi orientamenti della base costituiscono probabilmente una delle cause dell'ambiguità e della contraddittorietà che hanno caratterizzato negli ultimi anni la linea politica del Pd e che sono in parte all'origine del suo declino. Già distinguendo gli iscritti dal resto degli elettori per il partito, si colgono differenze di atteggiamento sostanziali. Tanto che nella prima votazione effettuata nei circoli e riservata ai tesserati del partito, Bonaccini è risultato largamente vincitore, dimostrando un desiderio di continuità e al tempo stesso di moderazione da parte dei votanti. Quando invece il voto è stato esteso anche ai simpatizzanti e, in generale, ai non iscritti, Schlein, contro tutte le previsioni, ha ribaltato il risultato. Segno, forse, di una voglia di rinnovamento e al tempo stesso della riconquista di una identità precisa (e più di sinistra) da parte della base elettorale del Pd più esterna al partito.
Le prime analisi hanno mostrato come Schlein sia particolarmente benvenuta tra i giovani e nelle aree urbane del Nord. Nel meridione, invece, prevale un atteggiamento più tradizionale, che ha portato (ma solo in questi contesti) alla vittoria di Bonaccini.
Quale sarà la reazione di questo segmento di elettorato tradizionale (e forse più moderato) e di buona parte degli iscritti alla nuova linea proposta da Schlein? Per ora prevalgono lo sconcerto e l'attesa sui primi passi concreti della neo segretaria.
Si tratta infatti di vedere se e in che misura Schlein vorrà davvero mantenere le iniziative più volte espresse durante la campagna elettorale. Da un verso, infatti, potrebbe essere fortemente condizionata da quella parte della nomenclatura del partito che la ha sostenuta nella sua corsa per la segreteria, ma che rimane su posizioni politiche assai diverse. Dall'altra, occorre ricordare che la stessa Schlein ha indicato come obiettivo iniziale del suo lavoro il mantenimento dell'unità del partito e come lei stessa sappia come certe proposte o certe prese di posizione possano essere fortemente divisive. Tra le altre cose, Schlein si dovrà misurare sulla politica estera: un mutamento delle posizioni sin qui assunte sull'Ucraina potrebbe infatti da un verso attirare i voti di quella larga parte di elettorato che si è ancora di recente dichiarata ostile all'invio di armi, ma produrrebbe al tempo stesso fratture notevoli all'interno del partito.
Una estremizzazione/radicalizzazione della linea del partito potrebbe dunque portare molti iscritti dallo sbigottimento e dalla sorpresa attualmente provati a un dissenso più marcato, le cui
conseguenze sono oggi non prevedibili. Le prime scelte operative della neo segretaria saranno decisive nell'appianare o, viceversa, nell'aggravare i dubbi e le perplessità attualmente esistenti all'interno del suo partito.
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