Guerra in Ucraina

Mosca minaccia l'Occidente. Scholz fa partire i Patriot ma sui tank ora può cadere

Mosca minaccia l'Occidente. Scholz fa partire i Patriot ma sui tank ora può cadere

Si alza il tiro e a mettere in guardia è il ministro degli Esteri russo: «La guerra della Russia con l'Occidente non è più ibrida, ma quasi reale», ha avvertito Serghei Lavrov, in conferenza stampa dal Sudafrica. Secondo Lavrov, le autorità ucraine «devono capire che più a lungo rifiutano i negoziati, più difficile sarà trovare una soluzione» alla guerra. Aggiungendo: «Noi non rifiutiamo i negoziati».

A fargli eco il vice presidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev: «Il mondo si avvicina al rischio della Terza Guerra Mondiale. L'operazione speciale che si sta compiendo» in Ucraina «è stata una misura forzata ed estrema, una risposta alla preparazione dell'aggressione da parte degli Stati Uniti d'America e dei suoi satelliti. È ovvio che il mondo si è avvicinato alla minaccia di una terza guerra mondiale per quello che è successo».

In Europa intanto i 27 ministri degli Esteri Ue, hanno dato il via libera politico a una nuova tranche di aiuti militari all'Ucraina per 500 milioni nel quadro delle risorse dello European Peace Facility. Lo fa sapere la presidenza di turno svedese. La decisione formale, sottolineando fonti diplomatiche, sarà invece presa da un prossimo Coreper (il comitato dei rappresentanti permanenti presso l'Ue).

«A Ramstein si sono prese decisioni molto buone, ci sono stati risultati concreti e poi ogni Paese decide a livello nazionale: la Germania si è impegnata molto nei confronti dell'Ucraina e non si deve parlare solo dei carri armati, ha specificato Borrell. Zelensky li chiede, ma ci sono idee diverse e ne parleremo. La Germania non bloccherà i Paesi che decidono di inviare i tank». Ma qualcosa si è sbloccato. La Bundeswehr, le forze armate tedesche, hanno avviato la fornitura alla Polonia due delle tre batterie di sistemi di difesa anti missile Patriot. I primi tre convogli con 40 veicoli e 150 soldati sono partiti per la Polonia. La prossima riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina (Ramstein-9), si terrà a febbraio, secondo quanto annunciato dal ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov. «Ad ogni incontro, noto come stia crescendo la fiducia dei nostri partner nell'Ucraina. Più fiducia significa più armi», ha scritto Reznikov aggiungendo che il prossimo vertice di Ramstein, in Germania, si terrà a febbraio. La Germania è anche pronta ad autorizzare la Polonia a inviare carri armati Leopard all'Ucraina. Lo ha riferito il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock. «Ci siamo posti la questione e non ci opporremo alla richiesta», ha detto l'esponente dei Verdi. Toccherà comunque a Varsavia domandare l'autorizzazione. Ma la Germania è politicamente spaccata. Olaf Scholz resta sotto pressione: sulla questione del no all'Ucraina sui supertank Leopard e dall'opposizione dei conservatori è arrivata addirittura la richiesta agli alleati dei socialdemocratici di rompere la coalizione e far cadere il governo. L'alternativa esiste, secondo la Cdu: è una coalizione «Giamaica», formata da Cdu-Csu, Verdi e liberali. Alla luce dei dissidi interni nella squadra di governo, Verdi e Fdp «dovrebbero finalmente agire di conseguenza e cercare un nuovo inizio sotto altre condizioni», ha affermato Thorsten Frei, della Cdu, parlando alla Bild. Il deputato cristiano-democratico ha lanciato anche un'alternativa, immaginando una coalizione Giamaica (nera-giallo-verde) come alternativa alla squadra guidata dal socialdemocratico Olaf Scholz: «Siamo pronti ad assumere la responsabilità». Il portavoce di Scholz, dal canto suo, ha ribadito la linea della cautela. «C'è bisogno di passi coraggiosi, decisivi e audaci per garantire la vittoria dell'Ucraina nel 2023» ricorda il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. I russi però non si piegano: le forze russe «sbricioleranno» tutte le armi e i mezzi militari che i Paesi occidentali forniranno all'Ucraina, ha detto il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov e «gli obiettivi saranno raggiunti».

L'Estonia espellerà l'ambasciatore russo a Tallin, in risposta a Mosca, che ha deciso di abbassare a «incaricato di affari» il livello dei rapporti diplomatici con l'Estonia e ha espulso l'ambasciatore estone in Russia.

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