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Musumeci: "Disastri non più eccezionali. Ora si vari subito il Piano nazionale"

Il ministro per la Protezione Civile insiste sul controllo del territorio: "Ma centinaia di milioni già assegnati non sono stati ancora spesi"

Musumeci: "Disastri non più eccezionali. Ora si vari subito il Piano nazionale"

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«Negli ultimi 10 anni abbiamo registrato oltre 50 eventi calamitosi con un costo - al di là di quello più doloroso delle vite umane - per lo Stato di decine e decine di miliardi. Allora, le parole prevenzione, adattamento al nuovo clima, mitigazione di ogni rischio, credo debbano essere la bussola che dovrà guidare l'operato del Governo e del Parlamento». È un approccio chiaro quello con cui Nello Musumeci si presenta alle Camere per riferire sull'emergenza climatica e sugli eventi calamitosi degli ultimi giorni. Un discorso costruttivo con cui il ministro per la Protezione Civile invita tutto l'arco parlamentare a sottrarsi al gioco delle responsabilità pregresse e rimboccarsi le maniche per fronteggiare una situazione che non può più essere considerata eccezionale. «Nel Meridione abbiamo registrato ondate di calore di assoluta eccezionalità sia nell'intensità sia nella persistenza, con temperature oltre i 40 gradi e con punte fino ai 46 e i 48 gradi, valori superiori a ogni record storico. Credo che questi eventi calamitosi debbano invitare tutti, Governo e Parlamento, a una serena riflessione. Non serve in questo momento fare la conta delle cose che potevano essere fatte dai governi di centrosinistra nei passati 11 anni, mi riferisco all'ultimo scorcio, o di quello che poteva essere fatto dal nuovo governo in questi ultimi mesi. Non serve, è un esercizio facile ma a mio avviso sterile, se mi posso permettere. Al netto di ogni sciocco negazionismo, bisogna prendere atto che questa nazione fragile e vulnerabile ha bisogno di una buona cura per poter essere nelle condizioni di affrontare eventi che sarebbe improprio, se non errato, considerare ancora eccezionali». Il primo passo è avere una fotografia fedele e una mappatura delle situazioni a rischio. «Bisogna accelerare il varo e la pubblicazione ufficiale del Piano nazionale per l'adattamento climatico, atteso dal 2016, e che questo governo sta sollecitando perché possa presto diventare un documento ufficiale» dice il ministro. «Penso a un piano nazionale per la mitigazione del rischio sismico e idrogeologico e alle centinaia di comuni che non hanno un piano di Protezione civile e a quelli che lo hanno ma non lo aggiornano da anni rendendolo di fatto inutile e vano». Un lavoro di squadra da portare avanti con gli enti locali. Il neo sindaco di Terni ad esempio chiede una consultazione allargata alle Regioni e ai Comuni sulla crisi climatica.

Un elemento importante per favorire la prevenzione è, secondo Musumeci, il rilancio del fascicolo del fabbricato. «È necessario capire perché il fascicolo del fabbricato è diventato un argomento tabù. Tutti abbiamo il dovere di capire cosa fare, in una nazione che per oltre il 50% è costruita su terreno a rischio sismico, per consentire alla gente di lavorare per mitigarne l'esposizione al rischio».

Sul fronte della lotta agli incendi c'è un'unica opzione efficace. «Dobbiamo pensare al potenziamento della flotta aerea. A volte spegnere le fiamme dal cielo con i Canadair diventa l'unico modo possibile: solo una azienda canadese li costruisce e non si è trovata una azienda in Europa disposta a produrli: l'obiettivo del governo è quello di verificare come fare ad avere una flotta aerea degna di questo nome. Abbiamo chiesto 2 Canadair e da Bruxelles ci è stato detto che non erano disponibili, nello stesso periodo la Tunisia ci ha chiesto due Canadair a sua volta, ma non è stato possibile inviarli». Per perseguire queste azioni serve però decidere di investire davvero su prevenzione e controllo del territorio.

«Ho apprezzato che il premier abbia detto che la priorità è la messa in sicurezza del territorio, ma per fare questo serve programmazione, risorse, e cominciare a capire perché centinaia di milioni che risultano assegnati per la messa in sicurezza non sono stati ancora spesi».

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