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Niente candidato a Primavalle: il flop di Conte e 5S a Roma

Il MoVimento 5 Stelle dribbla la sfida romana di Primavalle. Tra la sconfitta certa ed il calcolo politico, Conte resterà fuori dal Parlamento

Niente candidato a Primavalle: il flop di Conte e 5S a Roma

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Poteva essere il seggio chiave per Giuseppe Conte e le sue aspirazioni parlamentari, ma per le suppletive di Primavalle il MoVimento 5 Stelle non reciterà neppure una parte marginale.

Mesi di chiacchiere sul fatto che l'ex premier potesse fare il suo ingresso in Parlamento passando per un collegio uninominale di Roma, l' 1-11, per poi scoprire che i grillini, oltre a non schierare la loro "punta di diamante", non saranno proprio in grado di esprimere una candidatura. Un fiasco a tutto tondo che potrà essere giustificato mediante motivazioni campate per aria e nulla più.

Del resto sono passati solo quattro anni dalla elezione di Emanuela Del Re, parlamentare grillina, che ora è incaricata presso l'Unione europea come rappresentante speciale per il Sahel. Lo scranno è vuoto: Conte, stando a certe velleità, avrebbe dovuto solo allungare la mano per potersi sedere in Parlamento. Ma la verità è un'altra, ossia che contarsi può spaventare pure chi ritiene di poter svolgere l'incarico di presidente del Consiglio. Della mancata candidatura grillina ha parlato questa mattina anche La Repubblica, con tanto di accenti sulla "spaccatura" in atto tra l'ex premier e i parlamentari grillini.

Esistono più piani ragionativi. Intanto, come abbiamo svelato attraverso questo articolo, nonostante l'ex premier dichiari di non avere tempo per candidarsi, dovendosi occupare del rilancio e della organizzazione del MoVimento 5 Stelle, Conte continuerà ad insegnare all'Università di Firenze o almeno così traspare dal sito ufficiale dell'Ateneo. Trattasi di scelte, che tuttavia possono comportare un conto di natura politica.

Poi, sullo sfondo di questa storia, risiedono le mal celate frizioni tra il neo vertice pentastellato ed la candidata sindaco Virginia Raggi, data per sconfitta in partenza dai sondaggi. Giuseppe Conte potrebbe aver deciso di non partecipare per via della prospettiva, cioè un giudizio nitido da parte dei romani sull'amministrazione grillina della capitale: un fallimento. Roma è stata una città simbolo per il grillismo delle origini, ma adesso la situazione è cambiata, come attestano le rilevazioni statistiche da mesi. Non essere associati ad una sconfitta può essere preferibile per un vertice appena salito sul soglio.

E allora la decisione potrebbe essere derivata da un calcolo di opportunità o comunque dall'essersi trovati in un vicolo cieco: perdere, non candidando Conte, sarebbe sì stata una debacle per i grillini, ma perdere, proponendo Conte agli elettori, avrebbe significato porre la parola fine su una leadership che è già in difficoltà per i fatti suoi, tra continue voci di scissioni, diaspore territoriali ed organizzazioni di post grillini che spuntano come funghi, come nel caso del coordinamento "Parola agli Attivisti", che ha già esordito nel Lazio.

La parola che può aiutare a leggere la situazione è "ridimensionamento": del MoVimento 5 Stelle, che non presentandosi a Primavalle con un suo candidato contribuisce alla capitolazione politica sul piano delle aspirazioni da partito maggioritario, e di Conte, che resterà l'unico vertice partitico a non essere eletto, nel caso in cui Enrico Letta dovesse spuntarla a Siena.

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