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Non c'è pace per la Regina. Pure Carlo sotto inchiesta ed è rivolta contro Andrea

Scotland Yard: fondi neri sauditi al figlio di Elisabetta. Il caso dell'indennizzo: soldi pubblici?

Non c'è pace per la Regina. Pure Carlo sotto inchiesta ed è rivolta contro Andrea

Non c'è pace per i Reali d'Inghilterra. Non bastavano le lenzuolate di prime pagine che tutti i giornali del Regno ieri hanno dedicato all'accordo extragiudiziale milionario appena concluso tra il Principe Andrea e la sua accusatrice, nello squallido caso di molestie sessuali collegato al miliardario pedofilo Jeffrey Epstein. Sempre ieri un'altra batosta ha colpito questa volta il primogenito della Regina, Carlo, che nei prossimi giorni vorrebbe parlare con Scotland Yard in seguito all'apertura di un'inchiesta ufficiale che riguarda una sua associazione. Il caso si ricollega ad eventi avvenuti anni or sono, di cui il Principe sostiene di non essere mai stato informato. A metterlo nei guai sarebbe stato infatti il suo ex segretario personale Michael Fawcett, amministratore delegato della fondazione. L'uomo, in passato, avrebbe «tramato» per far ottenere un'onorificenza di alto grado al miliardario saudita Mahfouz Marie Mubarak che, in cambio, avrebbe effettuato un versamento di più di un milione e mezzo di sterline alla fondazione del Principe. Fawcett, che si era già dimesso dal suo incarico nel 2021, non appena la vicenda era arrivata alla stampa, è stato sentito dalla polizia ed è anche sulla base delle sue dichiarazioni che è stata avviata l'indagine.

Fonti reali hanno raccontato al Telegraph che il Principe di Galles avrebbe già espresso il suo desiderio di collaborare sebbene per ora non siano state presentate richieste ufficiali da Scotland Yard. «Il Principe non aveva alcuna conoscenza di onorificenze o di cittadinanze britanniche offerte in cambio di una donazione alle sue associazioni benefiche» ha ripetuto ieri un portavoce di Clarence House. Carlo è soltanto il Presidente della fondazione in questione è non ha nulla a che fare con la sua gestione amministrativa né tantomeno supervisiona le pratiche delle attività quotidiane», di cui invece si occupava Fawcett. Non c'è quindi molto da stupirsi se lo scorso settembre il gruppo anti monarchico Republic, nel denunciare la sospetta correlazione tra le donazioni del ricco saudita e le onorificenze di cui era stato insignito, ha fatto i nomi sia di quest'ultimo che dell'erede al trono. Dopo aver esaminato i documenti forniti dalla stessa Fondazione e le dichiarazioni di Fawcett, la polizia ha quindi avviato l'indagine nell'ambito della legge per la prevenzione degli abusi. Dettaglio casuale, ma interessante, la squadra che se ne occupa è la stessa che indaga sui party illegali a Downing Street.

Nel frattempo Buckingham Palace deve anche far fronte alle polemiche scoppiate subito dopo la diffusione della notizia sull'accordo milionario appena stipulato dal Duca di York per chiudere il caso che lo vedeva accusato di molestie sessuali prima che questo arrivasse in tribunale. Il sollievo della Regina alla notizia dev'essere durato soltanto le poche ore che hanno preceduto la rivelazione dell'ammontare che Andrea dovrà sborsare all'associazione per la difesa dei diritti delle vittime di molestie sessuali fondata dalla sua accusatrice, Virginia Giuffre. Una dozzina di sterline, pound più pound meno, che la Sovrana sembra intenzionata a coprire almeno in parte. «Ma questi soldi da dove arriveranno?» si stanno chiedendo quindi i contribuenti che in parte pagano di tasca propria per la sopravvivenza della monarchia. Sempre il Telegraph, ieri spiegava che per aiutare il figlio, Elisabetta attingerà al patrimonio del Ducato di Lancaster, i possedimenti privati ereditati dal padre che sono diventati la maggior fonte di guadagno della Regina.

Dove il Principe Andrea troverà il resto dei quattrini, rimane invece un mistero tutto da scoprire.

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