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Nordio, sfida su codici e carriere dei magistrati

Il ministro: "Quello penale fu scritto dal Duce..." Il suo faro: garantismo e processi più veloci

Nordio, sfida su codici e carriere dei magistrati

Sarà perché è un neofita della politica, sarà perché non ha intenzione di nascondersi, ma all'uscita dal Quirinale dopo il giuramento del governo Carlo Nordio finisce subito in bocca ai giornalisti. Il nuovo Guardasigilli, neodeputato di Fdi e magistrato in pensione che dovrà rimettere in riga gli ex colleghi, ha il piano d'azione davanti e sembra pronto a metterlo in atto. Senza problemi, nella sua prima dichiarazione, fa riferimento a Mussolini e alla Resistenza, che per un esponente del primo governo guidato da una leader di destra già oggetto di critiche in proposito, sono sempre argomenti scivolosi. Poi annuncia il provvedimento-bandiera per la giustizia della coalizione fin dalla sua nascita, la separazione delle carriere, ma lo subordina a quelli d'emergenza per velocizzare i processi.

«Le mie idee chiare sono quelle che avete letto nei miei libri», dice Nordio. È Giustizia ultimo atto il titolo del suo libro più recente e, ora che l'autore è al vertice del ministero di via Arenula, suona come l'avviso che una svolta è imminente.

Nordio è in un ruolo molto delicato, per la storia dell'Italia negli ultimi decenni che ha spaccato il Paese in garantisti e giustizialisti. Un ruolo che Forza Italia fino all'ultimo ha cercato di ottenere, per Elisabetta Casellati, perché è il partito che più s'identifica con questa battaglia. Giorgia Meloni ha voluto che il suo candidato incontrasse Silvio Berlusconi e così è stato pochi giorni fa a Villa Grande, per tranquillizzarlo sull'unità d'intenti.

Dunque Nordio spiega ai giornalisti il suo programma, cominciando dall'attuazione del codice di procedura penale di Giuliano Vassalli, «firmato da una medaglia d'argento della Resistenza». È quello che prevede una parità di posizioni tra accusa e difesa, in un processo sul modello americano, quindi per il neo Guardasigilli porta con sé la separazione delle carriere, che «è nel nostro programma». Di questo, dice, «sono molto convinto perché fa parte del metodo Vassalli». Poi serve la revisione del codice penale «firmato da Mussolini, di cui però nessuno parla».

Nordio è stato procuratore aggiunto a Venezia, per tanti anni ha vissuto dentro i problemi quotidiani della giustizia e a questo punto dice che prima di tutto bisogna riavviare la macchina giudiziaria. «A breve la prima emergenza è quella economica, bisogna intervenire in quella parte della giustizia per velocizzare i tempi così da aiutare l'economia, semplificando le procedure e identificando bene le competenze, facendo anche la spending review per spendere al meglio le risorse». Con i piedi per terra e non troppo condizionato dall'ideologia, sottolinea che queste sono «riforme urgenti e meno divisive verso la politica e la magistratura» e che «in questo momento è importante concentrarsi sul pratico, integrando gli organici, velocizzando i processi, rendendo la giustizia più efficiente perché questi ritardi ci costano il 2% del Pil».

Quanto a Marta Cartabia, Nordio spiega che avrà un incontro con chi l'ha preceduto a via Arenula. «Andava nella direzione giusta - dice- naturalmente aveva dei limiti, perché le leggi le fa il Parlamento e lei era limitata da un maggioranza composita e giustizialista.

Oggi abbiamo delle idee molto diverse, anche perché la velocizzazione della giustizia passa per una forte depenalizzazione dei reati, eliminare questo pregiudizio che la sicurezza o la buona amministrazione siano tutelati dalla legge penale».

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