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Ora Conte alza i toni: "Nessuno ci dica di stare zitti"

Il leader del M5S passa alle minacce politiche dopo la disfatta nei Comuni: "Non ci sia una sospensione della dialettica politica"

Ora Conte alza i toni: "Nessuno ci dica di stare zitti"

Iniziano a farsi sentire i primi effetti dello schiaffo elettorale subito dal Movimento 5 Stelle in occasione delle elezioni amministrative di domenica. I grillini hanno ottenuto percentuali misere, con la conseguenza di non esercitare influenza sui risultati maturati. Diverse le cause che hanno portato alla disfatta: giravolte, scelte politiche errate e scarsa presenza sui territori. Ecco perché ora Giuseppe Conte alza (nuovamente) i toni nei confronti del governo guidato dal premier Mario Draghi.

L'avvertimento di Conte

Il leader del Movimento 5 Stelle, intervenuto in conferenza stampa, ha confermato che nel corso del suo tour elettorale in giro per l'Italia è emersa da parte dei sostenitori 5S la richiesta di uscire dalla maggioranza: è evidente che la base pentastellata non stia gradendo il supporto del Movimento all'esecutivo Draghi, motivo per cui c'è una continua pressione per far sì che i grillini si sfilino e passino all'opposizione.

L'elettorato 5 Stelle sta soffrendo questa scelta, ma Conte ha voluto rassicurare gli altri partiti di maggioranza: "Non ci sentiamo di voltare le spalle ai cittadini. L'ho detto quando siamo entrati al governo e ora che ci siamo avvitati in una spirale recessiva. Siamo responsabili". La smentita di una crisi di governo è stata però accompagnata da una precisazione che sa di minaccia politica: "Nessuno ci dica 'state zitti', che ci sia una sospensione della dialettica politica".

Il doppio mandato

Un tema bollente in casa M5S è quello relativo al doppio mandato, pilastro storico dei grillini che però non escludono l'ipotesi di voltare pagina e dare vita a una sorta di rivoluzione. Entro la fine di giugno verrà indetta la consultazione in rete, su cui però Conte non ha voluto pronunciarsi per evitare di influenzare una posizione o l'altra. "È un vincolo che abbiamo, è originario ed è una decisione che non può che essere rimessa alla comunità degli iscritti", si è limitato a dire.

Il campo largo

Altro fronte aperto riguarda il campo largo, una sorta di Ulivo 2.0 tanto sognato da Enrico Letta. Nel Partito democratico, specialmente nelle ultime ore, sta filtrando l'idea di aprirsi alle formazioni politiche centriste per allargare il fronte progressista. Conte si è detto disponibile ad ascoltare il mondo civico, ma ha posto subito dei paletti.

In tal senso non ha fatto mancare una stoccata diretta a Matteo Renzi e a Carlo Calenda che, come è ormai noto, hanno preso le distanze dalla linea del Movimento 5 Stelle: "Se dobbiamo costruire le future sorti del fronte progressista con Italia Viva che non ho mai incontrato nei territori e non ho incontrato il suo simbolo o di Calenda che ha fatto operazioni mirate e molto astute, allora si fanno operazioni diverse.

Ma ai cittadini non bisogna dire fesserie".

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