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Orlando diventa un ultras del reddito grillino. Ma dal Pd lo fulminano: "Noi votammo contro"

Il ministro: "C'è una campagna ignobile contro i percettori del sussidio". Il dem Margiotta: "Hai cambiato idea". E Fdi lo obbliga a riferire in Aula

Orlando diventa un ultras del reddito grillino. Ma dal Pd lo fulminano: "Noi votammo contro"

«C'è una ignobile campagna politica in atto che identifica percettori del reddito e furbetti. Chi ne ha diritto va rispettato, chi imbroglia colpisce soprattutto chi ha bisogno». A dirlo non è Di Maio, nè Conte, nè Beppe Grillo ma un ministro Pd, Andrea Orlando, nelle nuove vesti di ultras del reddito di cittadinanza, la misura fallimentare (ma un regalo ai delinquenti) adottata tra l'altro quando il M5s governava non con il Pd ma con la Lega. E infatti glielo fa notare proprio un senatore Pd, Salvatore Margiotta, ex renziano ora nella corrente Base Riformista (quella di Luca Lotti), con un tweet: «Ho avuto un attimo di confusione, e sono andato a verificare se la memoria mi ingannasse. Per fortuna - della mia memoria- no: il Pd votò, compatto, contro questa misura. Cambiare opinione è legittimo, almeno quanto non averla cambiata». Il Pd all'epoca era infatti contrarissimo al reddito di cittadinanza, l'allora segretario Nicola Zingaretti disse che si trattava di una pagliacciata («I soldi non vanno messi su quella pagliacciata del reddito di cittadinanza, ma sul reddito di inclusione che già c'è»). Una parte dei Dem è tuttora molto scettica sul rdc (l'ex capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, è uno di loro). Ma l'asse politico con il M5s di Conte, con il progetto di una alleanza sostenuto da Letta, impone che i Dem ora apprezzino anche l'assegno grillino a mafiosi e spacciatori.

Al tweet di Margiotta, il ministro del Lavoro prima risponde con un «vabbè», poi va a ricontrollare le sue stesse dichiarazioni dell'epoca e ne trova una in cui diceva «ci sono molte ragioni per essere contro il reddito di cittadinanza ma non credo che sia giusto far passare che la maggior parte delle persone tra un lavoro dignitoso e un sussidio sceglierebbe il secondo». Tanto basta per far dire a Orlando «come vedi non ho cambiato idea. Che in parte l'abbia cambiata il Pd mi pare un fatto positivo». In parte, appunto.

Orlando del resto rappresenta la sinistra del partito. Si è vantato in passato di essere l'ultimo dei comunisti del Pd e di abitare nella casa popolare del nonno a La Spezia (salvo essere smentito da Dagospia, «vive cinque giorni su sette in un bell'appartamento in pieno centro di Roma. E in Messico ha una casa dove svacanza»). Possibile che il Pd abbia radicalmente cambiato idea, solo per convenienza? Possibilissimo. Ma appunto sono i molti tra i Dem a storcere il naso sul rdc, anche se in pochi lo dicono perchè la linea ormai è filogrillina. Mentre decisi ad abolirlo sono il centrodestra e i renziani.

Intanto la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, su proposta di Fdi, ha stabilito che domani il ministro Orlando verrà in aula alla Camera per una informativa urgente sul reddito di cittadinanza. «Dovrà chiarire tutto quanto di sua competenza a proposito delle diverse illecite erogazioni del reddito di cittadinanza balzate recentemente alle cronache - dice il capogruppo di Fdi, Francesco Lollobrigida -. Parliamo di lavoratori in nero, di finti nullatenenti ma anche di delinquenti abituali, mafiosi e loro familiari che hanno sottratto alle casse dello Stato milioni e milioni di euro». Le frodi e truffe sono quotidiane.

Nelle scorse ore è stata scoperta a Monza una famiglia, che oltre al reddito di cittadinanza in quanto «nullatenenti», aveva quattro case e 28 veicoli di proprietà.

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