Politica estera

Patrushev, Dyumin, lo Zar. Potere alla triade dei servizi

Smantellati ruoli chiave alla Difesa per corruzione. Tra i fedelissimi: uomini Fsb e l'ex capo delle guardie del corpo

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Giornate di arresti a Mosca. Lunedì sera è stata diffusa la notizia di un altro carcerato eccellente negli ambienti militari: è il generale Yuri Kuznetsov, capo del personale del Ministero della Difesa. Come per l'altro generale fermato pochi giorni fa, il vice-ministro della Difesa Timur Ivanov, l'accusa sarebbe legata a «una tangente di entità particolarmente rilevante» incassata nel periodo 2022-2023, quando era assegnato allo Stato Maggiore delle Forze Armate.

In ambienti come quelli dell'alta burocrazia russa, in cui la corruzione è endemica, più che di un'azione di pulizia si tratta probabilmente di una segnale del Cremlino: la delicatezza del momento non consente più comportamenti che potevano essere tollerati nel passato.

L'altra notizia delle ultime ore chiarisce il destino di Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di Sicurezza, sostituito dall'ex Ministro della Difesa Sergej Shoigu. Patrushev diventerà assistente di Vladimir Putin, formalmente per occuparsi del riarmo navale. Con lui al Cremlino arriverà Alexey Dyumin, fino ad ora governatore della Regione di Tula.

Il calibro dei due nuovi nominati segnala la nascita (o quanto meno il rafforzamento) di un centro di potere importante: quello dei consiglieri dell'autocrate russo. Patrushev, 72 anni, è l'uomo che da sempre copre le spalle a Putin, che a suo tempo l'aveva voluto come suo sostituto alla guida del Fsb. Considerato il «falco» del regime, è l'uomo che anni fa ha anticipato quello che è poi successo: la presa del potere da parte della «nuova nobilità», come lui l'aveva chiamata, rappresentata dagli uomini di servizi di sicurezza, considerati patrioti in grado di far ritrovare alla Russia la passata grandezza. La sostituzione nell'incarico precedente da parte di Shoigu aveva fatto nascere dubbi e supposizioni. Si era parlato anche di un ridimensionamento, in realtà improbabile, vista la storia di Patrushev e il fatto che suo figlio Dmitri è appena stato nominato vice-premier con l'incarico di ministro dell'agricoltura.

A confermare la centralità del nuovo organismo informale del Cremlino, è la nomina di Dyumin: quest'ultimo, 51 anni, è stato a lungo considerato il vero delfino di Putin. Alla fine degli anni '90, giovanissimo era già un funzionario del Fso, il servizio segreto erede di un direttorato del Kgb, che si occupa del delicatissimo servizio di sorveglianza degli uomini chiave del potere russo. Putin lo volle per un paio d'anni a guidare le sua guardie del corpo, poi gli fece iniziare un cursus honorum (vice ministro alla difesa, governatore, ecc...) che secondo alcuni analisti aveva come obiettivo quello di prepararlo ad incarichi ancora più delicati. Ora si occuperà di direzione e sorveglianza del complesso militar-industriale. Una nomina, la sua, che insieme a quella dell'economista Andrei Belusov alla Difesa testimonia l'attenzione per gli aspetti «industriali» del conflitto in corso.

Insieme a Patrushev e Dyumin tra i consiglieri di Putin ci sono altri due uomini chiave: Andrei Fursenko, ex ministro, vicino a Putin sin dagli anni in cui era vice

sindaco di San Pietroburgo, e Vladimir Medinsky, ex ministro della Cultura, l'uomo che ha riscritto per lui i libri di storia e che, tra l'altro, ha guidato la delegazione russa negli unici colloqui di pace con gli ucraini.

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