Coronavirus

Pfizer chiede il via libera al vaccino per i bambini. E c'è la spinta dei pediatri

L'Fda dovrà dare l'ok per la fascia 5-11 anni. I medici: accelerare per anticipare l'influenza

Pfizer chiede il via libera al vaccino per i bambini. E c'è la spinta dei pediatri

Il vaccino per i bambini fra i 5 e gli 11 anni è sempre più vicino. Prima arriverà negli Stati Uniti, dove può contribuire a proteggere 28 milioni di minori. E poi verrà distribuito in Europa e in Italia, sicuramente entro la fine dell'anno, dopo il via libera delle autorità sanitarie.

Il gruppo farmaceutico Pfizer e la società BioNTech hanno chiesto alla Food and drug administration statunitense di autorizzare l'uso in emergenza per i bambini fra 5 e 11 anni del vaccino anti-Covid che hanno sviluppato insieme. Un passaggio d'obbligo che permetterà al siero di essere messo in commercio e somministrato. La risposta del team di esperti è attesa per il 26 ottobre. Il mese scorso Pfizer ha diffuso nuovi dati secondo i quali una doppia dose di 10 microgrammi - cioè una dose che è un terzo rispetto a quella utilizzata per gli adolescenti e gli adulti - è sicura e genera una risposta immunitaria «solida». Questa doppia dose, sostiene Pfizer, è stata ben tollerata nei trial clinici e ha prodotto una risposta immunitaria e effetti collaterali paragonabili a quelli riscontrati nella fascia 16-25 anni. In Europa l'ok di Ema ed Aifa potrebbe arrivare qualche settimana dopo il via libera degli Stati Uniti.

Il vaccino «anti Dad» per gli alunni arriva giusto in tempo per prevenire la pandemia nella scuole. Più aumenta la platea dei vaccinati - nonostante lo stallo delle ultime settimane - più i bambini restano gli unici bersagli scoperti su cui il virus può attecchire. E vanno protetti al più presto. Sia per la loro salute sia perchè non siano un veicolo del virus proprio nella fase in cui a molti nonni sta per scadere l'effetto della seconda dose o, per lo meno, si è abbassato.

Molti pediatri sostengono addirittura che sarebbe meglio dare un'accelerata ai tempi per la vaccinazione dei più piccoli per evitare che il rischio di contagio si accavalli con l'adenovirus e con tutti i virus influenzali in circolazione in autunno-inverno.

Ai pediatri, in questa fase, spetta una profonda opera di convincimento, immaginando che a numerose mamme non basteranno i dati di una sperimentazione (ottima) di Pfizer che ha registrato solo 60-70 casi di miocardite (risolvibile in pochi giorni) su un milione di vaccinati.

Oltre alla risposta «robusta» del vaccino sulla fascia 5-11 anni, sembrano buoni anche i risultati dello studio in corso sui bambini under 5 anni, ma i dati ufficiali saranno pubblicati nei prossimi mesi. Ovviamente le mamme cominciano a porsi mille domande ed è più che mai necessario che abbiano le informazioni giuste. Queste sono quindi le settimane in cui i pediatri devono dare tutte le risposte del caso, per combattere dubbi e paure infondate. Quel che si sa, per ora, è che dai dati della sperimentazione emerge che i bambini over 12 vaccinati non hanno più contratto il Covid. Gli effetti collaterali sono tollerabili (febbre, arrossamento del braccio, al di testa) e durano pochi giorni. Nel peggiore dei casi c'è stato qualche episodio di miocardite, cioè un'infiammazione del cuore che si osserva comunemente nel corso di alcune infezioni virali e che viene risolta in pochi giorni. Tanto che non è neppure indicato effettuare una visita cardiologica prima della vaccinazione «in quanto eventuali cardiopatie non sono una controindicazione al vaccino».

Al contrario, possono costituire un fattore di rischio per il Covid.

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