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"Più Stato sul territorio, non basta la frusta"

Il capogruppo Fi alla Camera: "Serve investire di più su scuola e associazionismo"

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In Consiglio dei ministri arriva il cosiddetto dl Caivano che annuncia un giro di vite su baby gang e delinquenza minorile. Ne parliamo con Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio.

Onorevole Barelli, da più parti si chiede di abbassare la soglia della punibilità a quattordici anni. È d'accordo?

«Siamo prudenti su queste problematiche. A noi di Forza Italia serve essere certi che sia incrementata la prevenzione e la presenza dello Stato sul territorio. E nei territori più complessi serve investire su scuola e associazionismo. Tutto questo per noi si riassume nel concetto di prevenzione. Insomma serve che lo Stato sia presente e non lasci che a controllare il territorio siano altri soggetti».

Avete parlato anche di restringere l'accesso ai siti pornografici per i minori.

«Anche questo per noi fa parte del discorso sulla prevenzione. Questi siti facilitano una visione distorta del valore delle persone e soprattutto delle donne. È un problema innanzitutto di educazione».

A proposito di educazione, c'è chi chiede addirittura il carcere per i genitori o tutori che consentono l'abbandono scolastico ai minori.

«Noi dobbiamo essere garantisti. Ma attenzione: essere garantisti non significa lasciar fare ciò che si vuole. Le norme ci sono e vanno rispettate. In Commissione analizzeremo meglio la situazione. I genitori vanno sempre responsabilizzati. Ci sono situazioni di degrado sociale che vanno combattute, certo. Ma non con ulteriori pene, bensì aumentando la presenza dello Stato nei contesti difficili».

Per arrivare al dl Caivano, però, qualcosa non ha funzionato.

«Come ammesso anche dalla Meloni, in alcuni territori lo Stato ha perso. Se ci sono zone dove impianti sportivi, teatri, centri di aggregazione vengono distrutti lasciando un vuoto sociale pericoloso bisogna intervenire».

La garante per l'Infanzia, Carla Garlatti, ha scritto alla Meloni sostenendo che non servono nuove pene ma più prevenzione.

«Il problema non si risolve dall'oggi al domani. Aumentare le pene non serve. La questione è un'altra. Ciò che va elevato è, piuttosto, il livello di qualità della vita sociale. Se adesso ci troviamo in una simile emergenza è perché questa qualità è scesa sotto la soglia minima. Ora bisogna rialzarla. Ma servono strumenti adeguati».

Per esempio?

«I servizi minimi che funzionano; la presenza diffusa delle forze dell'ordine, le scuole e centri di aggregazione efficienti. In tutta evidenza su queste cose a Caivano occorre investire e procedere con immediatezza. E questa è l'intenzione del governo».

Si parla di arginare il problema, sempre più diffuso, delle baby gang.

«Serve riflettere molto su un fenomeno presente sia nei grandi centri che in provincia. E serve agire sia con il guanto che con il frustino, per usare una metafora.

Però, il solo frustino di sicuro non può bastare».

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