Cronache

Il Po è in secca e i laghi ai minimi storici "Crisi idrica mai vista negli ultimi 70 anni"

Regolate o sospese le irrigazioni. Ed è allarme per le centrali idroelettriche

Il Po è in secca e i laghi ai minimi storici "Crisi idrica mai vista negli ultimi 70 anni"

È la peggiore crisi idrica da 70 anni. L'acqua del fiume Po non basta più per produrre energia, per irrigare i campi, per garantire la sopravvivenza della biodiversità.

A lanciare l'allarme è l'ultimo bollettino diffuso ieri dall'autorità di bacino dopo la seduta dell'Osservatorio sugli utilizzi idrici. Dallo studio emerge che la siccità del grande fiume «è grave o estremamente grave» e che le piogge degli ultimi giorni non sono bastate a far rientrare l'emergenza. Gli indicatori idro-meteo-climatici sono «tutti con il segno meno», mentre la neve sulle Alpi è totalmente esaurita in Piemonte e Lombardia. «I laghi prosegue il bollettino - a partire dal lago Maggiore sono ai minimi storici del periodo (eccetto il Garda). La temperatura è più alta fino a due gradi sopra la media. La produzione di energie elettrica è in stallo. Le colture, nonostante l'avvio tardivo di 15 giorni della pratica dell'irrigazione, sono tuttora in sofferenza. Così come si accentua, con inevitabili danni ambientali a biodiversità e habitat, la risalita del cuneo salino a oltre dieci chilometri dalla costa Adriatica e con un utilizzo all'80 per cento a 15 chilometri dal mare».

A questo scenario già drammatico si aggiunge la previsione di mancanza di piogge e il persistere di alte temperature sopra la media. A soffrire in questo momento è soprattutto l'agricoltura. Nelle aree più esposte al fenomeno del Rodigino e del Ferrarese l'irrigazione è sospesa o regolata in modo minuzioso nel corso della giornata. Da parte sua Coldiretti parla già di oltre un miliardo di danni per il settore.

Durante la seduta dell'autorità sono stati quindi sanciti tre principi fondamentali per la gestione della crisi: il comparto idroelettrico ha dato la propria disponibilità, indipendentemente dalle concessioni legislative, a sostenere il settore primario dell'agricoltura in caso di manifesta necessità produttiva; i Grandi laghi confermano la possibilità di scendere sotto i livelli minimi di invaso per contribuire ad alimentare con continuità e per quanto possibile i corsi d'acqua di valle sia per finalità irrigue sia per il mantenimento dell'habitat e della biodiversità; ogni quantitativo percentuale così come ogni decisione territoriale con potenziali effetti sulla risorsa sarà condivisa tra tutti i partner e utilizzatori.

Questo in attesa della prossima seduta dell'Osservatorio, programmata per il 21 giugno.

Nel frattempo il settore idroelettrico resta in stallo, con la preoccupazione diffusa da Terna - che nel prossimo futuro la quantità di acqua disponibile non sia sufficiente per raffreddare le centrali.

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