Prestito Sace per rilanciare la filiera Italiana dell'automotive

Nel 2009 il maxi-prestito di 7,6 miliardi di dollari, inserito da Barack Obama in un articolato pacchetto, servì a Sergio Marchionne per dare seguito al salvataggio di Chrysler Group e a dar seguito al progetto Fca

Prestito Sace per rilanciare la filiera Italiana dell'automotive

Nel 2009 il maxi-prestito di 7,6 miliardi di dollari, inserito da Barack Obama in un articolato pacchetto, servì a Sergio Marchionne per dare seguito al salvataggio di Chrysler Group (che con con Gm e Ford rischiava di sparire a causa della crisi economica Usa) e a dar seguito al progetto Fca. Un prestito, tra l'altro a tassi salati, che Fca restituì in anticipo. Ora, a 2020 inoltrato, in piena crisi da Covid-19 e in virtù del Decreto Liquidità, Fca avvia una procedura con il governo per l'ottenimento di una garanzia da Sace su una linea di credito di 6,3 miliardi, destinata al sostegno della filiera automotive in Italia (circa 12mila imprese, il cui 40% dei ricavi - 50 miliardi - arriva dalle commesse di Fca). Le erogazioni derivanti dalle linee di credito saranno gestite, tramite conti dedicati, accesi con Intesa Sanpaolo, «al solo scopo - precisa Fca - di supportare la gestione operativa dei pagamenti dei fornitori italiani, sostenendo i livelli di liquidità e garantendo, allo stesso tempo, la ripartenza delle produzioni e gli investimenti negli impianti del Paese».

La precisazione, arrivata a tarda ora sabato, ha cercato di stemperare polemiche e attacchi politici sulla richiesta, da parte di Fca, di accedere alla linea di credito con garanzia pubblica. Al gruppo (non solo da ora) vengono rimproverate le sedi fiscale e legale all'estero. Fca dispone di una liquidità di circa 18 miliardi e con il finanziamento intende mettersi al riparo da ulteriori problemi causati dal lockdown che ha bloccato produzioni e vendite.

In l'Italia c'è un piano da 5 miliardi da portare a termine, a cui si aggiunge una filiera di fornitori da rivitalizzare.

«Per Fca, al di là della capogruppo - le parole del premier Giuseppe Conte - stiamo parlando di società in Italia, di fabbriche italiane e di lavoro italiano. Il problema lo affronteremo nel Decreto Semplificazioni».

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