Guerra in Ucraina

Putin irride i leader. Medvedev li minaccia. E l'Indonesia tenta la mediazione al G20

Lo Zar sugli sfottò di BoJo e Trudeau: "A torso nudo? Disgustosi". Widodo dà al Cremlino un messaggio di Zelensky, che però smentisce

Putin irride i leader. Medvedev li minaccia. E l'Indonesia tenta la mediazione al G20

Il giorno delle beffe e delle minacce. Vladimir Putin finge indifferenza rispetto ai giri di valzer dei leader occidentali, prima in Baviera, poi in Spagna. L'unica cosa che sembra infastidirlo sono le facezie sulla sua forma fisica pronunciate da Boris Johnson («dobbiamo dimostrare di essere più duri di Putin») e da Justin Trudeau («facciamo uno spettacolo di equitazione a torso nudo») nelle photo oppotunity dei vertici di questi giorni. Putin risponde da Ashgabat, in Turkmenistan, irridendo presidenti e primi ministri assortiti: «Hanno spina dorsale, riusciranno certamente nei propri intenti, ma devono lavorare di più su se stessi. Non so fino a che punto volessero spogliarsi, fino alla vita o più in basso, ma penso sarebbe stato disgustoso in ogni caso». E comunque «non si deve eccedere con l'alcol e altre cattive abitudini, iniziare a fare esercizi e sport».

Dismessi i panni del personal trainer, il presidente russo è tornato a digrignare i denti. Accusando l'Ucraina e i suoi badanti occidentali di ogni nefandezza: «Le azioni di Kiev nel Donbass sono un genocidio, possono essere definite solo come crimine contro l'umanità». E poi: «La crisi alimentare globale è causata dalle sanzioni occidentali contro i porti russi». Quindi dopo il bastone un pezzetto di carota: «Il grano ucraino può essere esportato attraverso la Romania, la Polonia, la Bielorussia e i porti sul mar d'Azov, che sono controllati da Mosca. Nessuno impedisce alle autorità ucraine di sminare i loro porti e permettere così alle navi con il grano di partire. La Russia garantisce la loro sicurezza».

Il presidente non è l'unico leader russo ad abbaiare forte. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, ha sbraitato contro la Nato, accusandola di bullizzare i Paesi che aderiscono all'alleanza: «Il summit della Nato ha dimostrato ancora una volta che l'Alleanza si aspetta obbedienza incondizionata da tutti i Paesi». E comunque «le decisioni prese al vertice Nato a Madrid violano seriamente il patto tra l'Alleanza atlantica e la Russia» che resta legalmente in vigore. Certo è che per Lavrov «una cortina di ferro sta già calando tra Russia e Occidente». Operazione nostalgia.

E poi c'è Dmitri Medvedev, ex presidente e ormai megafono in servizio permanente effettivo dei falchi putiniani. Ieri l'attuale vicepresidente del Comitato per la sicurezza di Mosca, si è preso gioco del fronte antirusso: «Tentare di istituire tribunali contro il Paese con il più grande potenziale nucleare è inutile», ha detto. La decisione sull'operazione militare in Ucraina «è stata dura ma soppesata e forzata» ed è avvenuta «nel rispetto del diritto all'autodifesa sancito dall'Onu» e comunque «le sanzioni unilaterali imposte alla Russia si sono trasformate in una guerra economica e possono innescare il diritto all'autodifesa individuale e collettiva». Insomma, Mosca è una vittima del mondo infame, e considera alcuni forum internazionali, come l'Osce e il Consiglio Onu per i diritti umani, «screditati» e quindi «da rifondare». In ogni caso «le dimissioni della Russia da membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu sono impossibili. Le autorità di Kiev sono perfettamente consapevoli che è impossibile eliminare la Russia, successore legale dell'Urss e Paese membro fondatore delle Nazioni Unite, dal contesto delle Nazioni Unite».

L'appuntamento è ancora lontano, ma Putin e gli altri leader mondiali potrebbero incontrarsi a Bali, capitale dell'Indonesia, dove il 15 e 16 novembre si svolgerà il G20. Ieri il presidente indonesiano Joko Widodo ha incontrato il presidente russo dopo essere stato mercoledì a Kiev da Volodymyr Zelensky. L'asiatico sostiene di aver consegnato allo Zar una lettera del collega ucraino esprimendo «la mia disponibilità a stabilire una comunicazione tra i due leader», circostanza smentita dallo stesso Zelensky: «Il presidente dell'Ucraina se vuole rivolgersi a qualcuno lo fa pubblicamente nei suoi appelli quotidiani», ha detto il portavoce Serghei Nikiforov.

L'ineffabile Widodo ha confermato che l'invito al summit balinese è aperto anche a Putin, che da parte sua non ha dubbi: «Per il G20 discutere senza la Russia cosa succederà all'economia mondiale è, probabilmente, complicato», ha detto il portavoce del Cremilino Dmitry Peskov.

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