Politica estera

Quei tedeschi rossi filo Putin

La neocandidata Carola Rackete ha perfettamente, anzi, totalmente ragione

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La neocandidata Carola Rackete ha perfettamente, anzi, totalmente ragione. C'è un pericolo fascista che ci minaccia e quindi è necessaria un'«alleanza antifascista in Europa». Peccato che la «Capitana» veda il fascismo dove non vi sia e non veda dove invece esso bombarda uccide, stupra, scava fosse comuni, deporta bambini: cioè in Ucraina invasa dalla Russia di Putin, la cui ideologia, oltre al modus operandi, è quanto di più vicino vi sia, oggi, ai fascismi «storici». Si batterà, quindi Rackete, la principessa degli ultimi, per i diritti delle donne ucraine violentate dai soldati russi? Chiederà una pace giusta, cioè il ritiro della Russia e il pagamento delle sanzioni? Su questo la Capitana appare reticente, anche perché nessuno, tra i numerosi intervistatori della nostra stampa, ha ancora pensato di porle la domanda. Sì perché, se Rackete si candidasse con i verdi, con i socialisti, o anche con i liberali, la denuncia del fascismo avrebbe una sua coerenza. Che però comincia a traballare quando veniamo a sapere che sarà, se eletta, una parlamentare della Linke, il partito di estrema sinistra tedesco, lontano, ma poi neanche tanto, erede della Sed di Erich Honecker, l'ultimo dittatore della Germania est.

Ora la Linke è la stessa formazione che, con la sua eurodeputata, Ozlem Demirel, si rifiuta ogni volta di votare contro la Russia a Bruxelles: a cominciare dalla condanna del Parlamento europeo, lo scorso anno, pochi giorni dopo l'invasione russa. È quel partito che irrora di pacifismo pro Putin e di odio per la Nato le manifestazioni «contro la guerra», che organizza settimanalmente, contro l'invio di armi e le sanzioni alla Russia. È quello che, giorni fa, ha quasi aggredito il cancelliere Scholz durante un comizio, e a cui il socialdemocratico tedesco, solitamente grigio e incolore, ha sfoderato forza e coraggio. E, in alcune di queste manifestazioni, la Linke sfila anche accanto all'Afd, il partito di estrema destra, che Rackete vorrebbe combattere, e che oggi è secondo nei sondaggi proprio perché sfrutta il malcontento economico, soprattutto ad est, incolpandone il sostegno tedesco all'Ucraina. Proprio il leader dell'ala dell'Afd più nostalgica del nazismo, Biorn Hoecke, glorifica sempre con grandi encomi la leader della Linke, Sara Wagenknecht. Se c'è un paese in cui è attiva una galassia rosso-bruna, cioè un'alleanza tra estrema destra ed estrema sinistra in funzione anti americana e pro Putin, questo è, insomma, la Germania - anche perché il «nazional-bolscevismo», a cui si ispirano oggi molti ideologi di Putin, nacque proprio lì negli anni Venti. Tanto che, secondo documenti rilevati dal Washington post, uomini e fondi russi si sarebbero impegnati per cercare addirittura di fondere i due partiti.

Ne ha dato ampia notizia, il 21 aprile, quella stessa Repubblica, che oggi intervista entusiasticamente Rackete. Possiamo allora sommessamente suggerire, alla Capitana, se proprio vuole combattere il fascismo, di cominciare a farlo con quello che alberga nel suo partito?

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