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Il piano per una corrente anti Conte: ecco cosa punta la Raggi

Virginia Raggi non seguirà Giuseppe Conte sulla stada dell'Ulivo 2.0. E intanto l'ex primo cittadino struttura la sua corrente

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Una scissione è sussurrata da qualche tempo ma in questa fase non può dirsi certa. Di sicuro Virginia Raggi sembra l'esponente più intenzionato a rappresentare l'ala movimentista dei cinque stelle. Quella meno governista che non vuole un'alleanza organica con il Partito Democratico, in nome del grillismo delle origini, delle "piazze del vaffa" e dell'ideologia anti-sistemica portata avanti dal primo Beppe Grillo.

Un primo segnale arriva da Roma: l'ex primo cittadino, a differenza di Carlo Calenda, non ha comunicato la sua personale espressione di voto in vista del ballottaggio. Neppure Calenda ha predisposto alleanze strutturali, ma il leader di Azione ha comunque dichiarato di votare per il candidato sostenuto dal centrosinistra. Si tratta, rispetto alla linea imposta da Giuseppe Conte, di un segnale preciso: se dipendesse dalla Raggi, il MoVimento 5 Stelle non abbraccerebbe il Pd ed il disegno di un Ulivo 2.0, così come inizia ad essere chiamato il progetto del segretario Enrico Letta e dell'ex premier gialloverde e giallorosso. Niente voto a Roberto Gualtieri, intanto, con prospettive tutte da disegnare.

Il futuro del grillismo è tema complesso che riguarda pure il malcontento percepito in Parlamento, dove alcuni parlamentari pentastellati non sembrano affatto concordi con la strategia e l'atteggiamento di Conte. Un dato - questo - che è emerso con maggiore forza, se possibile, dopo la sconfitta subita dall'avvocato originario di Volturara Appula alle amministrative. Per dirne una: c'è chi si lamenta di un mancato summit post-elettorale. Un momento che, nelle intenzioni di alcuni parlamentari, sarebbe servito ad analizzare i perché della discesa elettorale. L'ex presidente Conte è ripartito per il tour per il secondo turno e basta.

Stando a quanto riportato questa mattina da Il Messaggero, poi, la strategia della Raggi passa pure per l'elezione alla Camera dei deputati. Le elezioni politiche si terranno nel 2023, e l'ex sindaco vuole recitare una parte da protagonista. Non è possibile, a ben pensarci, che il MoVimento le neghi un seggio. Nel frattempo, come ripercorso sempre dalla fonte, la Raggi ha intenzione di strutturare il consenso civico romano attorno alle liste hanno composto la sua coalizione. Significherebbe restare dento al MoVimento, ma pure edificare una corrente personale o quasi. Comunque, quella che una volta si sarebbe definita "componente".

In questo modo, l'ex sindaco della capitale eviterebbe strappi e fughe in avanti, mentre la scissione sarebbe riposta in un cassetto. Ma il bivio in cui si trova il MoVimento 5 Stelle resta chiaro. Nella conferenza stampa della sconfitta, la Raggi ha detto di aver tenuto testa da sola alle "corazzate" di "centrodestra" e di "centrosinistra". La seconda di queste "corazzate", però, è quella di cui è entrato a far parte a pieno titolo il MoVimento 5 Stelle della linea contiana. Sono due visioni opposte del da farsi. Tanto che si inizia a ragionare di una Raggi contraltare della Meloni in chiave nazionale, così come spiegato in questo articolo da Domenico Di Sanzo.

L'ex sindaco potrebbe trovare una spalla in Alessandro Di Battista e nel suo tour per "tastare il terreno". Se la strada non condurrà ad un altro partito, insomma, il cammino non potrà che comportare la creazione di una corrente in grado di pungolare Giuseppe Conte e la sua idea di grillismo.

Le divisioni sono già palesi e sul tavolo delle urgenze per l'ex "avvocato degli italiani".

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