Razzi su Kherson e Donetsk. Ma Usa e Uk: "Mosca in crisi"

Fino a quaranta raid giornalieri, però Bakhmut resiste. Report degli 007: "Gravi perdite e scarsa organizzazione"

Razzi su Kherson e Donetsk. Ma Usa e Uk: "Mosca in crisi"

Tra parole, previsioni e speranze, la certezza è che la guerra in Ucraina va avanti e che non ci sia nemmeno uno spiraglio per arrivare anche a solo ipotizzare un possibile scenario che possa portare alla pace. Anzi, aumentano gli attacchi russi, ma anche la forza e l'organizzazione della difesa ucraina, sul campo di battaglia ma anche a livello anti aereo.

Da una parte, il capo della brigata di mercenari Wagner, il famigerato Evgheny Prigozhin, gonfia il petto e annuncia la conquista del villaggio di Krasna Hora, all'estremità settentrionale della città assediata di Bakhmut. Una città ormai fantasma, simbolo della resistenza ucraina e chiave per l'accesso al Donetsk. «Oggi l'insediamento di Krasna Hora è stato preso dalle truppe d'assalto della compagnia militare privata Wagner», ha scritto sui social, probabilmente anche per aggirare la decisione dell'esercito regolare di silenziare le sue dichiarazioni. Ma di contro, oltre che la resistenza dell'Ucraina supportato dall'Occidente, sulla Russia si abbattono anche due diversi bollettini che mettono in allarme Mosca. Secondo il ministero della Difesa britannico, «la Russia probabilmente subirà il maggior numero di vittime dalla prima settimana di guerra su vasta scala». L'aumento delle perdite russe è dovuto a vari fattori, come la mancanza di personale addestrato, coordinamento e risorse in prima linea, anche a Vuhledar e Bakhmut nell'Oblast di Donetsk orientale. Stando all'analisi dell'Institute of Study of War invece, «l'esercito russo sembra non essere stato in grado di preparare il personale che ha mobilitato a condurre efficaci operazioni offensive meccanizzate nel breve periodo di tempo dalla loro chiamata». Visioni che di fatto coincidono e mettono alla luce le difficoltà sul campo e nell'organizzazione delle forze russe.

Di contro, continuano gli attacchi sul territorio ucraino. Bakhmut resiste ancora, mentre le battaglie più pesanti sono a Vuhledar e Maryinka. Valeriy Zaluzhnyi, comandante in capo delle forze armate ucraine, ha raccontato che nella sola regione del Donetsk, la Russia effettua circa 50 attacchi al giorno. «Teniamo in modo affidabile la difesa. In alcune zone del fronte siamo riusciti a riconquistare posizioni precedentemente perse e abbiamo guadagnato terreno», ha detto. Una donna di 53 anni è rimasta uccisa in un attacco delle forze russe a Nikopol, nel Dnipropetrovsk, dove è rimasta ferita anche una donna di 83 anni, colpita da schegge di proiettile. Attacchi pesantissimi nel Kherson dove «gli invasori russi hanno bombardato ieri per ben 49 volte il territorio della regione. L'area è stata attaccata con artiglieria, cannoni antiaerei, mortai, carri armati e anche con dei missili», secondo fonti ucraine mentre tre missili russi S-300 hanno colpito ieri sera la città ucraina orientale di Kharkiv. L'esercito ucraino ha abbattuto 5 droni russi, di cui 4 di fabbricazione iraniana. E proprio il tema dei droni rimane centrale nel conflitto. «L'Iran ha utilizzato barche e una compagnia aerea statale per inviare i nuovi tipi di droni armati avanzati a lungo raggio in Russia», rivela il britannico Guardian che cita fonti iraniane secondo cui «almeno 18 dei droni sono stati consegnati alla marina di Vladimir Putin dopo che ufficiali e tecnici russi hanno effettuato una missione a Teheran a novembre, dove è stata mostrata loro una gamma completa di tecnologie iraniane».

Di buono per Kiev, c'è l'assicurazione del Pentagono che il pacchetto di aiuti arriverà «il più velocemente possibile» mentre sul possibile invio di aerei da guerra, l'ambasciatore ucraino a Londra Vadym Prystaiko glissa: «Aspettiamo e vediamo. Questo è quello che abbiamo sentito sui carri armati...

», tenendo aperta la possibilità. «Sarà una decisione di gruppo, non facile da prendere», spiega il presidente polacco Andrzej Duda. Non a caso, potrebbe essere decisiva. Per il conflitto e per gli equilibri tra Europa-Nato e il resto del mondo.

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