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Riecco il campo largo: lite sul candidato

Dopo gli scandali, a Bari Pd e 5s tornano a dividersi sui nomi: nessun accordo su Colaianni

Riecco il campo largo: lite sul candidato

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Nel campo largo pugliese anche i tentativi di ricomporre la coalizione si stanno trasformando in una lotta fratricida. Trucchi, trappole e trabocchetti sono sempre dietro l'angolo. Perciò, in una domenica interlocutoria, nulla viene dato per certo. Né per quanto riguarda il reset della Giunta regionale di Michele Emiliano. Né a Bari, dove l'investitura di Nicola Colaianni è tutt'altro che scontata. Su entrambi i fronti il Gianburrasca è sempre Giuseppe Conte. Il leader del M5s che sta usando il groviglio pugliese come un'arma contundente contro la segretaria del Pd Elly Schlein. Colpire a Bari, per pilotare il campo largo a Roma. Tocca partire proprio dal capoluogo della Puglia per cercare di leggere le ultime mosse di dem e Cinque Stelle. La prima notizia è che la candidatura di Colaianni, giurista 78enne lanciato da Nichi Vendola, non sta scaldando i cuori sul territorio. La sensazione, riportata da fonti Pd e M5s, è che se si dovesse effettivamente raggiungere l'accordo sul suo nome lo si farebbe quasi controvoglia. Un pannicello caldo per scongiurare la rottura del campo largo alle prossime comunali. Oltre a Vendola, gli unici sostenitori di Colaianni sembrano i vertici del Pd nazionale. Schlein punta sull'ex magistrato per disinnescare Conte.

L'ex premier fiuta la trappola e prova ad azzoppare Colaianni. «La rigenerazione potrebbe partire da Nicola Colaianni?», chiede all'ex premier la giornalista che lo intervista su La Stampa. La risposta è sprezzante: «Rigenerazione in questo caso mi suona provocatorio, considerata la sua età». «Conte vuole convincere Laforgia a non ritirarsi, bisogna vedere se Laforgia ha la forza di assumersi la responsabilità di spaccare il centrosinistra», spiegano dal Pd barese. Ancora Conte nel pomeriggio: «Occorrono energie fisiche e mentali, serve un segnale di forte rinnovamento». Poi la bordata al duo Schlein-Vendola: «Non abbiamo nessun motivo per accantonare la candidatura di Michele Laforgia». E di nuovo: «Noi appoggiamo i candidati del Pd, loro nessuno dei nostri». Mentre l'avvocato boccia Colaianni, dal Pd Vito Leccese prende tempo. «Entro domani (oggi ndr) concluderemo la valutazione sulla candidatura di Colaianni», dice il candidato sindaco designato dai dem. Ma non è detto che la parola fine arrivi oggi. Colaianni apre, con prudenza. «Accetterei solo con l'accordo di tutti i partiti, doveroso dare una mano», spiega il giurista al Corriere della Sera. Laforgia, il candidato di Conte, ancora non si fa da parte: «Senza soluzioni condivise resto in campo». Su Colaianni pesa anche lo scetticismo del Pd di Bari, che insiste su Leccese e minaccia di sabotare Colaianni. Ed è ancora muro contro muro pure in Regione. Schlein vuole soffiare l'assessorato alla legalità al M5s con l'ex prefetto di Bari Antonella Bellomo, da marzo coordinatrice del Nucleo Ispettivo regionale sanitario della Puglia. Conte non ci sta e vuole un nome più vicino ai Cinque Stelle.

Spetta a Emiliano mediare ma è tutto troppo difficile da quando il campo largo litiga anche per mettersi d'accordo.

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