Politica estera

Rivolta in Iran, a fuoco la casa di Khomeini. Cori anti-regime ai funerali del piccolo Kian

Molotov sull'abitazione-museo del padre della Repubblica islamica. Rabbia al corteo per la morte del bimbo ucciso dalle forze di sicurezza

Rivolta in Iran, a fuoco la casa di Khomeini. Cori anti-regime ai funerali del piccolo Kian

Questa volta i giovani iraniani hanno deciso di sfidare il cuore e il simbolo stesso del regime degli ayatollah. E hanno assaltato e incendiato con bottiglie molotov la casa dove è nato l'imam Khomeini, il padre spirituale della Rivoluzione islamica. L'abitazione è stata trasformata in un museo in onore della prima Guida Suprema. La casa si trova nella città di Khomein, nella regione Markazi. «Quest'anno è l'anno del sangue», alcuni dimostranti sono stati sentiti cantare. E ancora: l'attuale leader supremo Ali Khamenei «sarà rovesciato».

Khomeini è nato nella casa nella città di Khomein - da cui deriva il suo cognome - all'inizio del secolo. Divenne un religioso critico nei confronti dello scià Mohammed Reza Pahlavi, sostenuto dagli Stati Uniti, andò in esilio ma poi tornò trionfante dalla Francia nel 1979 per guidare la rivoluzione islamica. Khomeini morì nel 1989 ma rimane oggetto di adulazione da parte della leadership religiosa. La furia contro l'oppressione che dura da quarant'anni ormai è incontenibile. Un altro video mostra i manifestanti che incendiano parti del seminario sciita della città sacra di Qom. Fondato nel 1922, è il più importante in Iran. Centinaia di persone in lutto poi si sono riversate nella città di Izeh, nel sud-ovest dell'Iran, per il funerale del ragazzo Kian Pirfalak la cui famiglia dice sia stato ucciso dalle forze di sicurezza iraniane. I manifestanti hanno cantato slogan anti-regime e ridicolizzato il resoconto ufficiale della sua morte. I funzionari iraniani hanno insistito sul fatto che è stato ucciso in un attacco «terroristico». Ma la madre ha raccontato: «Non possono dire che sia stata opera di terroristi perché mentono. Forse hanno pensato che volessimo sparare e hanno trivellato l'auto di proiettili. Le forze in borghese hanno sparato a mio figlio. Questo è tutto».

I manifestanti allora per mettere in ridicolo la versione ufficiale hanno cantato: «Basij, Sepah tu sei la nostra Isis!», in un video pubblicato dall'Iran Human Rights, ong con sede in Norvegia. Il Basij è una forza paramilitare filogovernativa e Sepah è un altro nome per la temuta Guardia rivoluzionaria iraniana. «Morte a Khamenei», hanno gridato poi in un altro video. I media dell'opposizione con sede al di fuori dell'Iran hanno affermato che un altro bambino, il 14enne Sepehr Maghsoudi, è stato ucciso in circostanze simili a Izeh mercoledì. I funerali sono diventati più volte focolai di protesta nel movimento iniziato dopo la morte, il 16 settembre, di Mahsa Amini. «Kian Pirfalak, nove anni, e Sepehr Maghsoudi, 14 anni, sono tra gli almeno 56 bambini uccisi dalle forze iraniane che lavorano per reprimere la rivoluzione iraniana del 2022», ha dichiarato Hadi Ghaemi, direttore del Centro per i diritti umani in Iran con sede a New York. Iran Human Rights ha anche precisato che slogan anti-regime sono stati cantati al funerale a Tabriz per Aylar Haghi, un giovane studente di medicina che secondo gli attivisti è stato ucciso dalle forze di sicurezza che lo avrebbero lanciato da un palazzo. Ma la violenza non accenna a placarsi. A Bukan in occasione del funerale di due manifestanti uccisi il 16 novembre dalle forze di sicurezza alcune persone provenienti dalla vicina Mahabad hanno sparato dato alle fiamme ad alcuni autoveicoli e assaltato un negozio.

Mentre a Sandaj i manifestanti hanno ucciso un membro dei paramilitari Basij e bruciato la sua auto.

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