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"Noi non lo votiamo...": esplode la rivolta 5s contro Conte

“Draghi non deve andare al Quirinale”. I parlamentari M5S sono irremovibili e fanno saltre il 'patto della lasagna' tra Goffredo Bettini e Daniele Franco

"Noi non lo votiamo...": esplode la rivolta contro Conte

Le foto di Dagospia e il video di Giuseppe Conte alla festa di Bettini hanno messo in subbuglio i parlamentari pentastellati.

“È inaccettabile che Conte vada da Bettini come se andasse a prendersi il pizzino per farsi dettare la linea politica. Questa cosa ha mandato in bestia tutti”, conferma a ilGiornale.it un deputato alla seconda legislatura. Il 'patto della lasagna', che prevede l'elezione al Colle di Mario Draghi e l'arrivo a Palazzo Chigi del ministro dell'Economia Daniele Franco, non è piaciuto a nessuno. “Bettini non deve diventare il nostro pensatore”, è il comune sentire che unisce tutti i parlamentari del M5S. Il messaggio arriva forte e chiaro da tutte le chat: “La linea non ce la detta Bettini, grazie. E Conte deve capirlo”. Difficile che il 'nodo Quirinale' venga affrontato o risolto all'assemblea con i parlamentari prevista per stasera. Riunione alla quale, oltre al leader Conte, forse parteciperà anche Beppe Grillo. “Certo che se, ora, lui incontra Beppe perché non sa tenere i gruppi dimostra di essere debolissimo”, commenta maliziosamente la nostra fonte, riferendosi anche all'incapacità del nuovo leader di cambiare i capigruppo di Camera e Senato. A Montecitorio, ricordiamo, l'ex premier avrebbe voluto che Davide Crippa si dimettesse anticipatamente, mentre a Palazzo Madama l'uscente Ettore Licheri ha dovuto fare il posto all'outsider Mariolina Castellone.

Il prossimo 'inghippo', per Conte, è proprio il Quirinale. “Il problema è Franco chi c... lo sostiene? Dubito che il centrodestra, eccetto Forza Italia, possa votarlo”, fa notare la nostra fonte che, poi, aggiunge: “Certo, i filocontiano voterebbero tutto quel che dice il loro leader, ma soprattutto alla vecchia guardia questo accordo non sta bene”. Spedire Draghi al Colle, infatti, vorrebbe dire far crollare tutto. “Prendi uno, in pieno Pnrr, lo mandi al Quirinale e non si sa più che c... succede: crisi di governo, consultazioni ecc... Come si fa?”, si chiedono grillini, spaventati dall'idea di un ritorno alle urne. Il voto, infatti, a causa del taglio dei parlamentari voluto proprio dal M5S, causerebbe una drastica riduzione della compagine pentastellata. Ecco, dunque, che sul “Draghi non deve andare al Quirinale” i grillini ritrovano magicamente l'unità.

Conte, ben consapevole di questo, intervistato ieri da Lilly Gruber a 'Otto e mezzo', è stato, quindi, costretto a incassare l'ennesima sconfitta e a fare marcia indietro sul patto stretto con Goffredo Bettini. “Draghi è il punto di equilibrio di un sistema politico. La legislatura deve finire perché l'obiettivo prioritario è la realizzazione del Pnrr per il quale ci siamo strenuamente battuti", ha chiarito Conte che, poi, ha allontanato il ritorno al voto. “Ho incontrato migliaia di cittadini, alcuni ci hanno detto che facciamo bene a sostenere il governo Draghi e altri che facciamo male, so c'è un costo politico a sostenere il governo Draghi. Ma nessun cittadino mi ha detto che dobbiamo andare a votare.

In questo momento non è la richiesta dei cittadini italiani", ha chiosato.

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