L'inferno è divampato nell'ora più calda di un giugno infuocato. Ieri il quadrante nord-ovest della capitale è stato avvolto da fiamme e colonne di fumo nero, che hanno tenuto in scacco per ore gli abitanti della zona, non nuovi ai roghi perché da sempre costretti a convivere con il campo nomadi La Monachina.
Il fuoco è divampato proprio a pochi passi da lì, in via Bosco Marengo, e ha interessato rapidamente una cinquantina di bombole del gas, amplificando rapidamente la portata delle fiamme, che si sono propagate rapidamente. Alle 13.30 hanno iniziato a bruciare le prime sterpaglie, all'altezza del civico 1052, che spinte dal vento sono arrivate al centro sportivo Le Palme, dove d'estate i ragazzi fanno il campo estivo. I soccorritori hanno visto la struttura centrale in muratura avvolta dalle fiamme, mentre un altro fronte minacciava i palazzi vicini. «È successo tutto nell'arco di dieci minuti. È stato impressionante, le fiamme hanno raggiunto il centro estivo, in pochi istanti ci siamo ritrovati con 30 bambini da far evacuare», ha dichiarato Antonio Carlucci, il 43enne gestore centro sportivo Le Palme.
Poi, con una velocità incalcolabile, il fuoco è arrivato alla rimessa dei camper, dove c'erano i bombolini di gpl, minacciando altre case. Le esplosioni delle bombole, oltre una quindicina quelle sentite in maniera distinta anche tra il rumore delle sirene degli automezzi dei vigili del fuoco, hanno terrorizzato centinaia di famiglie. La protezione civile di Roma ha portato subito via i bambini da Le Palme e poi è passata a evacuare diversi palazzi.
Due cavalli sono rimasti feriti e decine di persone, oltre a quattro poliziotti, intossicate. Tra queste anche una donna e il figlio piccolo, portati al policlinico Agostino Gemelli in codice giallo.
Centinaia gli abitanti della zona presi dal panico che si sono riversati in strada, mentre i volontari della protezione civile del distaccamento di Boccea distribuivano bottigliette d'acqua. Anche i dirigenti di alcuni istituti della zona hanno fatto uscire alunni e personale docente dalle strutture scolastiche e, a scopo precauzionale, sono state evacuate una chiesa e un oratorio.
Sul posto diverse ambulanze. Alle 15 i vigili del fuoco al lavoro erano duecento, ma in serata hanno avuto bisogno del sostegno di squadre provenienti dalla Campania, Umbria, Abruzzo e Toscana. Le operazioni di spegnimento sono andate avanti fino a sera ed è stato necessario intervenire fino alla popolosa zona di Casalotti. Polizia e protezione civile si sono dati da fare anche per cercare un agricoltore, che stava provando a spegnere le fiamme con il trattore ma di cui si sono poi perse le tracce.
Il fumo causato dalla combustione ha creato disagi pesanti anche alla circolazione sull'Aurelia, la consolare che porta verso il mare, chiusa inizialmente in direzione Civitavecchia e la stessa sorte è toccata alla carreggiata esterna del Gra, all'altezza dello svincolo Parco de Medici.
«Siamo stanchi - denunciano Elena e Marco, che abitano a Casal Lumbroso, dall'altro lato dell'Aurelia - non ne possiamo più della presenza dei rom. Li mandano via e tornano. E questi sono i risultati.
Se va bene ci svuotano casa, se va male ci bruciano vivi negli incendi delle loro maledette bombole». Sul rogo la Procura ha chiesto una informativa delle forze dell'ordine. E in serata un incendio a quattro chilometri dall'aeroporto di Ciampino ha costretto a far atterrare i voli nello scalo di Fiumicino.
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